Thenas dei Thènadi

Ieri, per qualche ora e per la prima volta, mi sono calato nei (pochi) panni di Thenas dei Thènadi, un giovane mago elfico di appena ottant'anni che, assieme ad una scalcinato drappello di ladruncoli gnomici, ammalianti mezzelfe e burberi orchi dall'omicidio facile, era sulle tracce di un lupo striato apparentemente impazzito. In realtà, abbiamo scoperto che la bestia invocava semplicemente aiuto per salvare Tamris, guardiacaccia dei Boschi del Nord e suo padrone.
Da quel poco che ho capito di Dungeons & Dragons è chiaro che per creare la scheda del proprio personaggio serve un commercialista esperto con almeno quindici anni di attività alle spalle e comprovata esperienza, e soprattutto che si rendono necessari almeno un kilo e mezzo di dadi misti.

Resta comunque un'esperienza che, almeno una volta, dovrebbero fare tutti. Provare per credere.

La verità del cubello

In questa casa c'è qualcuno convinto che l'acqua del water sia turchese perché ce la inviano direttamente dal Mar dei Caraibi.
Secondo questa ingenua visione, argani, tubature e meccanismi segreti -azionati dalla formula magica com'è che l'acqua non è blu?- metterebbero in moto tecnologie elfiche in grado di muovere a piacimento turbini di liquidi da una parte all'altra del globo. Tutto attraverso infiniti condotti che collegano Playa Plata direttamente al cesso di casa nostra.
Ecco, a costo di cocenti delusioni, vorrei informare tutti che il cubello blu nel water lo cambia il sottoscritto e che, soprattutto, la procedura è molto meno poetica della favoletta caraibica.
Qualcuno, prima o poi, doveva dirlo.

Il refolo agrumoso

All'improvviso, faccenda totalmente inaspettata, il nulla s'è messo a vibrare e ha prodotto un refolo agrumoso e diverso, un profumetto di buono e pulito, come di panni stesi al sole su un prato verde nella pubblicità del fustino.
Cioè, nel bel mezzo dell'imputridimento catodico di questa nazione e nel fetore che emanano i conti pubblici di mezzo mondo, quando cioè sembrava che questo paese fosse ormai in grado di digerire qualunque porcata, tutt'a un tratto abbiamo toccato un livello di indecenza così inverecondo che qualcuno ha alzato il dito. I cittadini, simili a ingenue marmotte, si stropicciano gli occhi ammorbiditi dalla letargia cronica, e arricciano le nari incuriosite dal nuovo afrore.
Poco, tardivo e sospetto.
Ma un venticello così, da queste parti, non passava da troppo tempo.

L'onesto a tempo pieno

L'onesto a tempo pieno, almeno nel nostro paese, è una specie talmente rara che - si potesse - verrebbe proprio voglia di clonarla. Fa esattamente quel che dice e dice esattamente quel che fa, se ne infischia di incomunicabilità e teorie del caos, e crede fortemente nel valore della libertà.
Aristoteliano per vocazione e buddista per afflato, l'onesto a tempo pieno rispetta le regole perché solo così si lotta tutti ad armi pari, e solo chi merita va avanti. Non è cieca fedeltà, però, perché se lo desidera può decidere di non obbedire: davanti a regole profondamente immorali e disonorevoli non retrocede neppure un po', e muove guerra se necessario. Non è una vile questione di odio verso mordacchie e legacci, è solo amore smisurato per i diritti antichi e moderni, e rispetto dei doveri.
Oltretutto, l'onestà a tempo pieno è un impiego interessante e largamente inesplorato: quelli che la esercitano sono talmente pochi che lavorano praticamente in regime di monopolio; spesso sono noti al pubblico, e comunque si conoscono e sostengono tutti tra loro. Ecco perché è decisamente un settore in cui investire. Altro che terziario.

Quando una è stronza

Quando una è stronza, è irrilevante la quantità di tempo e risorse che sprechi per aiutare lei e le cafone come lei: sarà sempre un fallimento. E fateci caso, più sono ignoranti riguardo un argomento, e più sono spocchiose ed arroganti, non di rado irragionevoli.
Sfortunatamente per lei, tuttavia, faccio le cose per bene, e spesso capita che io abbia ragione.
E siccome ora ho ragione, domani la sbraco.

Birra in freezer e anidride metaforica

Due birre. Ben due preziosissime birre lasciate nel freezer.
Non sono esplose per fortuna ma, una volta scongelate tra fischi e borgoglii, hanno sinistramente assunto il sapore e l'aspetto di una spremuta di bustine di tè usate. Praticamente un succo di soletta di scarpa da corsa o,  se vi piace di più, o un brodo di mocio vileda. In ogni caso, una gran cagata.
Ecco, dopo aver letto il giornale stamattina, è esattamente così mi sento.
Al nostro pianeta mancano le bollicine. Questo è il problema.

Addio all'Euro (banalità apocalittiche)

Addio mon ami Euro.
E' stato bello, per una volta, fare i fighi in giro per il mondo con una moneta forte, fare gli sboroni in Thailandia e assaltare i negozi di New York. Tanto, col cambio, una cinta da Gap costava come un paio di mutande all'Eurospin. Beh, ora non più.
Addio Euro, mein Freund.
Poter comprarsi l'Apple Care su eBay pagandolo meno della metà del costo nostrano è un sogno ormai irraggiungibile. Tra non molto, se non salta prima, varrà come il dollaro. E hai voglia, cara Merkel, che dici resistiamo, ma non troppo oppure aiutiamo, ma non subito. Per carità, saranno crucchi ma tengono ragione: perché premiare chi non è virtuoso come loro?
Euro, φίλος μου, t'ho voluto bene.
Certo, abbiamo vissuto tutti sopra le nostre possibilità. Per carità, indubbiamente i nostri debiti pubblici sono fuori controllo. E, giustamente, l'Ellàda si incazza e piange perché non ci avete accordato subito il prestito ponte? No, perché diciamolo, una faccia una razza, simm'e Neppule paisà e tutto il resto: io voglio tanto tanto bene agli amici greci, però ci vuole veramente una faccia come al culo per pretendere l'aiuto dopo la porcata della falsificazione dei conti. Insomma, chiedere è lecito, rispondere è cortesia, ma pretendere come fanno loro è veramente da peracottari profittatori. E lo dice uno che ama sul serio la Grecia.
Mi amigo Euro, a che serve unificare le monete se tanto ognuno si fa i cazzi suoi e non caga gli altri? Eh, perché se l'euro ci ha insegnato qualcosa è proprio che siamo tutti diversi, e che al Nord sono più corretti e industriosi di noialtri, e che gli interessi nazionali vengono comunque prima di quelli generali. Insomma, otto anni di esperimento per imparare banalità che già conoscevamo. E mo'?
Mo' so' cazzi.

Deliri domocinegetici

Sarà atavica propensione alla caccia, o ancestrale necessità di affermazione in quanto uomo moro e dotato di lancia.
Sarà il caso.
Sarà che certi piatti li cucino meglio io.
Sarà quello che volete, ma alla fine in questa casa, che sia calamaro o pollo o orata, nel culo di quelle bestie ci finiscono sempre e solo le mie mani.

Stasera abbiamo spaghettino alle cozze, alici arreganate e calamari ripieni alla maniera di Kalimnos. Interessa?

Lasciate un messaggio dopo il bip

Buongiorno, sono la segreteria telefonica di aW.
In questo momento aW è assente per ragioni non specificate, ma di certo riconducibili alle solite cazzate che spara ogni giorno coi suoi strampalati post per metà incomprensibili e per metà inconcludenti, pieni di intasatissimi aggettivi, superlativi piovaschi e avverbi squisitamente a cazdecàn che lui scambia per eleganza.
Dice che lavora, ma va' a sapere. Starà cazzeggiando come al solito tra chat e siti riguardo le sue personali velleità del momento (MacBook Pro, il catafascio economico e politico del paese, voli aerei, temperature medie a Puerto La Cruz, oppure come configurare un cappuccino sulla Mukka Express in remoto dall'iPhone).
Ma che volete che ne sappia, io, che sono semplicemente la sua segreteria telefonica: lasciate pure un messaggio dopo il segnale acustico. Anzi, fate una cosa, non lasciate neppure quello: non se lo merita.
Bip

Dice il saggio

Meno hai da fare, e meno voglia hai di fare.
Oggi, con 'sto raggio di sole che entra e i ritmi da conta delle pecore, ho una media di due sbadigli ogni cinque minuti.
E comunque, la buddità passa anche per queste quisquilie.

E' più forte di me

Vedete quella sottile striscia di sabbia candida tra i due isolotti?
Ecco.
Tra due mesi sarò appozzato proprio là, per un giorno e una notte.
Fateci caso, c'è un impercettibile pixel moro sulla battigia. Se ingrandite la foto, si vede un tizio a quattro di spade sulla sabbia, arenato come una megattera in attesa che i gabbiani lo divorino.
Sono io: solo che io, a differenza della megattera, avrò la birra in mano.

Le ellissi della partenza

Un biglietto aereo.
Non ce l'ho ancora neppure in mano, ma sono già là con l'anima, a barcamenarmi tra conversazioni grottesche fatte di gesti ed il loro inglese ingobbito, ad evitare i rami della mangrovie con la jeep, a ripararmi dalla canicola infernale sotto una palma, magari attaccato avidamente ad una birra gelata, mentre contemplo le stranezze di quella gente e ripenso con nostalgia alle nostre, ma anche no.
Una mappa sporca di terra e riso, appallottolata da qualche parte, gli odori di una cucina dolciastra e sofisticata, il languido far niente di un'isola che a chiamarla isola si fa peccato: semmai, sono due sputi di terra imboscata collegati da una striscia di sabbia bianca tra acque turchesi.
E poi il trambusto, il traffico scomposto, le luci e le urla, l'alternanza di hotel extralusso con troia in camera e le case dei poveracci, la grandissima dignità che pervade ogni cosa, l'industria e l'operosità di chi si ritaglia un pezzo di futuro tirando su muri e impastando la malta.
E c'è ancora tutto da organizzare, il calendario da discutere e scomporre e ricomporre, le decisioni da prendere, gli altri voli da cercare, e le creme solari da ordinare, e mangia tanta frutta e ricordati il bifidus (a chi lascerò i miei bifidi activi?) e il lavoro mi scorre sulle dita come aria. Non ho voglia di fare niente, solo di almanaccare ancora un po'.
E il biglietto aereo, quello non ce l'ho ancora neppure in mano.

aW Pro

E' normale che la dolce metà faccia scenate di gelosia per un MacBook Pro?
Non lo so, e ora non ho tempo di occuparmene. Devo giocare con il pupo nuovo.


Sarà pure primavera inoltrata

Ma mi sa che nessuno si è ricordato di avvisare il Padreterno.
Bah.

La blog-girl ultracompatta

La blog-girl ultracompatta ha iniziato a scrivere posts sui blogs per personal entertainment, come una sorta di sfogo o (in italiano moderno) di daily diary sulle proprie personalissime ed adorabili fisime. Sin dal Day One, in un mondo che adora Grandi Fratelli, struccatissime isole e voyeurismo catodico, lei ha saputo subito integrarsi alla perfezione, vendendo ogni giorni un pezzetto di se stessa e autoproclamandosi Big Sister, vestale del blogging e Dea di un sacco di cose.

Al mattino, prima ancora di alzarsi dal letto ed andare al bagno a pisciare, ha già in mano il suo iCoso attraverso cui scrive di essersi svegliata; se lavora, scrive a quale interessante/ iperbolico/ avvilente/ entusiasmante lavoro sta lavorando (mistero su come si riesca a lavorare e contemporaneamente scrivere di farlo), e se si cimenta nella preparazione della torta Cameo con una mano regge il frullino e con l'altra scrive della Sacher torte multipiano termoautonoma che sta edificando. Tanto su Flickr fai vedere l'angolo di un tegolino Mulino Bianco e tutti se la bevono.

Il problema, tuttavia, è che a lungo andare la realtà stroppia e scassa la minchia anche a quegli insanabili drogati di vita che, conducendo un'esistenza mediamente scialba e piatta, amano sfogliare le pagine delle vicende altrui. E così, all'improvviso, la parabola che segna la distanza tra fiction e reality (la realtà è tutta un'altra cosa, e si può raccontarla anche con una storia che parla di cose e persone inesistenti) si allontana sempre più drasticamente dal vero, dal ricordo e dal passato; finisce in altre parole per fondersi con l'invenzione dell'immagine di sé, quella che è nella mente dei lettorivoyeur, quella pubblica. Ma anche quella tristemente più artificiale ed edulcorata, più distante ed irriconoscibile. Una finzione in cui ogni piccolo difetto viene dosato con estrema cura, e somiglia sinistramente ad un velato incensamento.

Non è che ci sia qualcosa di sbagliato nella blog-girl ultracompatta. E' che alla fine, rischia col credere anche lei alle cose che scrive. E questo, per chi le vuole bene, è intollerabile.

Mukkatorta

Se devi fare una torta per un compleanno, meglio fare le cose in grande.
Mica giochiamo, qua.