Ridendo e scherzando

Ridendo e scherzando aW blog ha appena soffiato le sue prime due candeline. In virtù dell'autorità e della maturità acquisite automaticamente con l'occasione, vorremmo sfatare alcuni miti che affollano le menti dei più semplici:

  • Non è vero che il pisello da latte cade e che poi viene il nerchione cubano.
  • E' vero che la panna cotta si può fare anche senza panna, ma fa cagare.
  • A volte gli amici non bastano: spesso sono più indicati assistenti sociali pluridecorati e comunque preparatissimi.
E ora che lo sapete, arrangiatevi.

Sulla strada dei miei pensieri

Sulla strada dei miei pensieri, che si dipanano sempre all'alba imperiosi e scassaballe quando invece vorrei dormire, stamattina ho incontrato un tizio curiosamente sospeso a mezz'aria. Ai polsi era legato con centinaia di palloncini gonfi d'elio, mentre alle caviglie cera costretto da due palle di piombo nere dall'aria molto piratesca. Sotto di lui il vuoto, ma forse vi avevo visto qualcosa muoversi.

Bella gionata, nevvero? Mi fa il tizio sospeso.

No, affatto. Altrimenti non sarei qui a percorrere queste inutili vie che portano solo ad altre vie inutili e mai in alcun posto. Immagino sia colpa mia, dopotutto. Mi gonfio come un'oloturia quando tutto va bene, ed al minimo tentennamento degli eventi mi affloscio come un palloncino sgonfio, e mi avvilisco un po'. O forse, avrei dovuto evitare la terrina di lepre e rosmarino dopo il bis di arrabbiata ieri sera.

Scoppia uno dei palloncini, e quasi mi prende un colpo.

A proposito, ma com'è che stai appeso lassù gli chiedo finalmente, e alla faccia della cortesia.

Aspetto, chiosa come se con questo avesse espresso tutto riguardo all'argomento.

E cosa aspetti? Gli faccio impertinente.

Aspetto, insiste sereno. Tu invece perché hai fretta?

Già, perché ho fretta? Sono combattuto perennemente tra ciò che sono e le mie personali aspettative, immagino. Ho molti progetti ed idee ma non so come metterle in pratica, e il semplice pensare non aiuta di certo.

E' che ho il terrore di perdere tempo. Cioè, non riesco a stare con le mani in mano, sono ansioso, e pretendo da me stesso risultati sempre migliori. Non amo la stagnazione, e anche se mi illudo di avere poche necessità in realtà non posso viverci in qualcosa come uno svegliaecaffèebarbaebidè ad libitum. Sono fatto così, le novità mi mettono paura ma nell'immobilità soffro.

Il tizio sospeso mi guarda serafico e benevolo, come fa mamma Darling col piccolo Michele o l'Enigmista prima di scuoiare la vittima. Poi dice, secondo me dovresti semplicemente imparare ad aspettare, e sforzarti di distribuire più equanimamente i tuoi sforzi.

Forse hai ragione, gli rispondo, ma il problema è che per cimentarmi nelle cose ho bisogno di entusiasmarmi, e l'entusiasmo è uno stato passeggero. Non è semplice avere a che fare con uno come me, aggiungo con un lungo sospiro di rassegnazione.

Ognuno ha i suoi problemi, mi fa, e nel mentre si sporge mezzo divertito a guardare le palle al piede.

Che cosa c'è sotto di te?

Dipende. Ci possono essere coccodrilli inferociti, o debiti, o persino persone. Ma non è detto che lo venga mai a sapere: potrei finire trasportato dal vento in qualche posto migliore. Sempre che riesca a liberarmi e sempre che non scoppino prima tutti i palloni. Per ora aspetto.

Mi soffermo un attimo a pensare se sia o meno il caso di aiutarlo, ma mi sa che uno come lui l'aiuto non lo cerca affatto. Probabilmente è solo il mio solito doverfare che tenta di prendere il sopravvento. Imboccallupo, tanti saluti e figli maschi, e giù per la mie fantastiche strade che però non portano da nessuna parte. In lontananza, un altro palloncino scoppia con un'eco prolungata e deforme, o è il suono metallico del piombo sul lastricato? Non lo posso scoprire, perché davanti a me ho un altro incrocio che, tanto per cambiare, non porta in nessuno dei luoghi che voglio raggiungere. Altro giro, altra corsa, no?


aW non è sparito

E' solo in vacanza.

E a chi tocca, non si ingrugna.

E' una mancanza di rispetto

E' una mancanza di rispetto, un affronto alla vita e un'offesa all'altrui sorte chi dice di volere sinceramente bene a qualcuno e poi insinua o scherza o sottintende come una serpe, credendo di passare inosservato. E' inutile giurare e spergiurare lacrime d'affetto se poi non si accetta ciò che viene con ingenua contentezza e con pragmatico abbandono. O, per lo meno, empatia. Avrei sofferto, una volta, e avrei pensato se non valesse la pena d'abbandonare ciò a cui tengo, o credo di tenere, per stupide apparenze o inconciliabili dover essere.

Sembra singolare, ma è solo in momenti come questi che m'accorgo dell'atmosfera rarefatta e ovattata che mi avvolge e, in qualche modo, protegge. Non bisogna mai dimenticare che per quanto grandi siano le nostre fortune, al di fuori di esse siamo comunissime persone, niente di più e niente di meno.
E ringrazio di cuore i simpatici simbionti, vicini e lontani, consapevoli o meno, perché è anche per loro e per mezzo di loro che sono quello che sono. E nonostante tutto, sono felice.

Il lato oscuro della scorza

In una delle mie tante personali cosmogonie, da principio il mondo era una sfera liscia e perfetta, composta da una miscela oggi perduta di terra, fuoco, peto e rutto. Poi, il dio Asghrrrarapit e la dea Krrminr lo sbucciarono come si fa con una mela, e da questo sbucciamento cosmico nacquero montagne e laghi e mari, perché la superficie del mondo si era appena disgregata nei suoi costituenti principali. La polvere, che cadde sulle pieghe della crosta come scintille di fabbro, si posò come un velo e ammantò tutti i luoghi, ed ogni singolo granello si disfece in elfi druddprat, in coboldi sgnacfrac, in zoccole della tangenziale e infine negli uomini, gli unici destinati a conoscere la verità grazie alla scoperta dell'astronomia, dei contratti a progetto e della ricetta per farsi la grappa a casa.
Al breve fermento del principio - c'è sempre fermento al principio - seguì un lungo periodo di pace e la costituzione del mondo tale è ora. Ma per l'ingordigia e la brama di potere, il re Asdrrbraartsg uccise il legittimo erede al trono Smortagnsterrr affinché Puzzbrapterstr potesse succedergli senza le intromissioni di Squid, Squod e Squad, i tre consiglieri magi e reggenti delle terre di provincia, interessati acché il regno restasse in mani fidate.
C'è molto altro, in realtà, che successe in seguito, soprattutto quando Puzzbrapterstr fu ucciso da Kmerkrrkr a causa della bella SgnaFrrKrtr, ma a noi non è dato saperne di più.
Non è tanto che non esistono. E' più il fatto che non se li caga nessuno.

Siamo biologi D.O.P.

Dopo innumerevoli patemi, crisi matrimoniali, minacce di morte e nonostante infausti vaticini, iatture cosmiche e carte bollate, noi simpatici simbionti da oggi siamo biologi D.O.P. con tanto di certificazione e bollino blu su chiappa destra.

Per questi motivi, rivendichiamo il diritto e la necessità della vacanza che avverrà tra quattro giorni esatti, nell'isola che gli antichi chiamavano semplicemente la più bella.
E ora scusate, se no mi si scuoce il DNA nella pentola a pressione.

Il magico mondo di Monterotondoscalo

Prestatemi orecchio e non lasciatevi ingannare, o ignari viandanti, ché sebbene dal nome sembri un posto dei nostri, è in realtà un luogo magico e remoto, che il caso ha voluto nomare come un cesso di posto nella provincia di Roma. Ma è pura coincidenza, eh.

La lontana terra di Monterotondoscalo è irraggiungibile per gran parte di noi, e solo alcuni conoscono il segreto per toccarne le rocce ed annusarne gli afrori. Anche se di solito nessuno vuole raggiungerla. Là, infatti, il cielo addensa sempre nuvole grosse come montagne e dense come pece, e dal loro scontro non cade pioggia, bensì tegole, bottiglie e pianoforti a coda: per un'altra incredibile coincidenza linguistica, queste anomale gocce di pioggia sono meglio conosciute dalla gente del posto come accidenti. Da lì il detto non uscire ché piove e ti prendi un accidenti, oppure l'imprecazione che ti prenda un accidenti. Da noi al massimo ci viene l'influenza, là ti casca un cornicione sulla noce del capocollo.
Solo stamattina, per dirne una, un tizio è uscito senza cappello proprio mentre il cielo tuonava e lampeggiava minaccioso. Non aveva lasciato l'uscio di casa da neppure un minuto, che il ritratto della moglie gli è piovuto addosso tagliandogli di netto il collo come un trinciapollo. Ora la vedova è a Tobago a consolarsi, ché c'è pure un clima migliore.
Per una impalpabile ed inspiegabile distorsione dello spaziotempo, talvolta accade che uno di quegli accidenti caschi di sghimbescio su di noi, e ci colpisca in pieno, come l'incudine da centiventidue kili che m'ha tramortito ieri. Fateci caso, se assistete ad uno di questi balzani fenomeni: si vede proprio cadere l'accidenti da altezze vertiginose e colpire. E se godete di vista buona, si può notare persino l'istante dell'impatto.
Oltretutto, non accade neppure tanto di rado.

Questa storia del G8

Siamo fonte d'imbarazzo mondiale, con 'sta storia del G8, e non vedono l'ora di buttarci fuori. Siamo fonte d'imbarazzo per tutti, tranne che per gli italiani.

Quando si vive con uno

Quando si vive con uno che, a leggere la parola olî, cerca di scansare col dito il moscerino morto sullo schermo proprio sopra la î, bisogna necessariamente accettare la triste realtà: per alcuni le elementari durano sempre troppo poco.

Il regalo per la sora Serena

Per addivenire alla soluzione definitiva, e trovare il giusto compromesso tra apprezzamento (forse questa volta non ci manderà a cagare perché non le piace) e contingenze di mercato (non l'hanno ancora inventato, non è disponibile nel nostro emisfero, non è legale), le ricerche per il regalo adatto alla sora Serena sono ancora ed attualmente in corso. E' storicamente provato che l'oro forgiato dagli elfi non se lo mette ché fa pacchiano, e che la polvere dei Diamanti Eterni le fa allergia agli alluci. E' anche provato che neppure gli Unguenti di Cleopatra, quei balsami straordinari ricavati dal latte di ostrica e dagli olî del frutto agrumoso della Maclura, le sono graditi: ecché, dice, vuol dire che puzzo? E' un invito a lavarmi?

Oggi è l'ultimo giorno. Abbiamo disquisito di tette e culi (della sora Serena, ovviamente) con chiunque capitasse a tiro, per determinare la taglia adatta, gli stili ed i colori. O la va o la spacca, dicevano gli antichi.
O le va o la spacco, dico io.

La picca dell'elfetto dispettoso

Quando l'elfetto dispettoso litiga con il Gran Minchione del Bosco, stategli alla larga: se capita nel vostro giardino vi spezza i geranei, vi piscia sugli Ancistrocactus e calpesta tutte le Marante. E non c'è rimedio che tenga, se non chiuderlo in camera e aspettare che gli passi. Poi, dategli una caramella al miele e fategli tanti auguri, senza tentare di spiegargli dove sbaglia.

Tanto è uguale al Gran Minchione del Bosco, né più né meno.