La morte del modem adsl

A metà tra uno sciamano, una strega vudù e un'edera, il tecnico adsl divina sul tantra dell'attenuazione di linea e tenta di convincermi che il mondo intero - ed i suoi problemi - sono solo un'illusioni. Vacui, etereri, passeggeri, gli affanni che mi tormentano sono destinati a diluirsi nel tempo a prescindere da quanta energia sprecherò nel tentativo di risolverli.
Allora, scuoia un fagiano e tra le scure, viscide viscere infila una mano nerboruta e precisa. Tira fuori il cuore ancora pulsante della povera bestia, lo scruta in cerca di segni, ne decifra i simboli inavvicinabili. Poi, meticoloso e assente, invoca o maledice qualche dio e resta là, immoto, esausto per il troppo parlare.
Non dipende da te, né da me, dice, allora perché tentare di piegare la realtà? Perché imbrigliarla, ammansirla, costiparla?
Intanto l'ultima luce pulsante del modem vacilla e minaccia di spegnersi per sempre.
Lo stringo forte a me, prego un mio dio, ma lo sciamano mi lancia occhiate eloquenti e comprendo: non è cosa che un dio possa aggiustare da solo, né ora né mai.
Soffro assieme al modem, che da solo agonizza e perde nuovamente la portante.
Il tecnico adsl, il mio mentore all'interno dell'occulto, sciorina altre parole incomprensibili e vuote, ma che capisco benissimo. Dice, non c'è nulla da fare. Non c'è nulla da fare. O non ho voglia di far nulla, che è la stessa cosa.
Pazzo d'ira e incapace di rassegnarmi, piango d'odio, scalcio, minaccio e scongiuro.
E mentre la luce del modem si spegne per sempre, mi accovaccio per terra e maledico il tecnico adsl, sciamano e arrendevole.
Fruscii sinistri provengono dalla presa del telefono. Saranno solo spiriti maligni, mi dico, e non si può fare niente.
Non si può fare niente.

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