Sulla strada dei miei pensieri

Sulla strada dei miei pensieri, che si dipanano sempre all'alba imperiosi e scassaballe quando invece vorrei dormire, stamattina ho incontrato un tizio curiosamente sospeso a mezz'aria. Ai polsi era legato con centinaia di palloncini gonfi d'elio, mentre alle caviglie cera costretto da due palle di piombo nere dall'aria molto piratesca. Sotto di lui il vuoto, ma forse vi avevo visto qualcosa muoversi.

Bella gionata, nevvero? Mi fa il tizio sospeso.

No, affatto. Altrimenti non sarei qui a percorrere queste inutili vie che portano solo ad altre vie inutili e mai in alcun posto. Immagino sia colpa mia, dopotutto. Mi gonfio come un'oloturia quando tutto va bene, ed al minimo tentennamento degli eventi mi affloscio come un palloncino sgonfio, e mi avvilisco un po'. O forse, avrei dovuto evitare la terrina di lepre e rosmarino dopo il bis di arrabbiata ieri sera.

Scoppia uno dei palloncini, e quasi mi prende un colpo.

A proposito, ma com'è che stai appeso lassù gli chiedo finalmente, e alla faccia della cortesia.

Aspetto, chiosa come se con questo avesse espresso tutto riguardo all'argomento.

E cosa aspetti? Gli faccio impertinente.

Aspetto, insiste sereno. Tu invece perché hai fretta?

Già, perché ho fretta? Sono combattuto perennemente tra ciò che sono e le mie personali aspettative, immagino. Ho molti progetti ed idee ma non so come metterle in pratica, e il semplice pensare non aiuta di certo.

E' che ho il terrore di perdere tempo. Cioè, non riesco a stare con le mani in mano, sono ansioso, e pretendo da me stesso risultati sempre migliori. Non amo la stagnazione, e anche se mi illudo di avere poche necessità in realtà non posso viverci in qualcosa come uno svegliaecaffèebarbaebidè ad libitum. Sono fatto così, le novità mi mettono paura ma nell'immobilità soffro.

Il tizio sospeso mi guarda serafico e benevolo, come fa mamma Darling col piccolo Michele o l'Enigmista prima di scuoiare la vittima. Poi dice, secondo me dovresti semplicemente imparare ad aspettare, e sforzarti di distribuire più equanimamente i tuoi sforzi.

Forse hai ragione, gli rispondo, ma il problema è che per cimentarmi nelle cose ho bisogno di entusiasmarmi, e l'entusiasmo è uno stato passeggero. Non è semplice avere a che fare con uno come me, aggiungo con un lungo sospiro di rassegnazione.

Ognuno ha i suoi problemi, mi fa, e nel mentre si sporge mezzo divertito a guardare le palle al piede.

Che cosa c'è sotto di te?

Dipende. Ci possono essere coccodrilli inferociti, o debiti, o persino persone. Ma non è detto che lo venga mai a sapere: potrei finire trasportato dal vento in qualche posto migliore. Sempre che riesca a liberarmi e sempre che non scoppino prima tutti i palloni. Per ora aspetto.

Mi soffermo un attimo a pensare se sia o meno il caso di aiutarlo, ma mi sa che uno come lui l'aiuto non lo cerca affatto. Probabilmente è solo il mio solito doverfare che tenta di prendere il sopravvento. Imboccallupo, tanti saluti e figli maschi, e giù per la mie fantastiche strade che però non portano da nessuna parte. In lontananza, un altro palloncino scoppia con un'eco prolungata e deforme, o è il suono metallico del piombo sul lastricato? Non lo posso scoprire, perché davanti a me ho un altro incrocio che, tanto per cambiare, non porta in nessuno dei luoghi che voglio raggiungere. Altro giro, altra corsa, no?


1 commenti...:

Anonimo ha detto...

Che meraviglia! Quanto sei bravo a scrivere! =:C)))))