Deliri consumistici da Supermercato

E vabbè, oramai abbiamo l'industrializzazione, l'omologazione e la grande distribuzione (che, detto inter nos, secondo me è un pacco), abbiamo i conservanti e i coloranti, gli additivi e gli aromi naturali. Quelli artificiali, ve li raccomando. Ieri, al supermercato, trovo un bel carpaccio di chianina: neppure il tempo di pensare alla rucola, che leggo la scritta:

Da consumarsi previa cottura
Ripongo mestamente la confezione, ripensando alle macellerie di Puglia dove il carpaccio te lo affettano come prosciutto, e sospiro. Intanto, contemplo vagamente trasognato la bara di polistirolo entro cui sono adagiate sei (letteralmente, 6) fettine di spessore micrometrico e penso a quanta munnezza avrei introdotto nel mondo se quella sera avessi mangiato tre sputi di carpaccio che, secondo i produttori, avrei dovuto anche prima cuocere. Va' a sapere.
E non va meglio coi Frollini della Nonna Adele, coi Ravioloni di Fra' Gorguso e i Salami dell'antica Fattoria Scalpacchio, tutti nomi bucolici e familiari che dentro inguattano antiossidanti, regolatori d'acidità, solfiti, glutammati, emulsionanti, stabilizzanti e scaracchi vari.
E ripongo anche queste scatole tanto promettenti eppure infinitamente deludenti. E nel mentre, mi domando che gusto avrebbe un frollino se per farlo si usassero solo uova, latte, zucchero. Non come nelle pubblicità, ma per davvero. Che sapore e consistenza avrebbe un frollino industriale se fosse fatto con ingredienti normali? E poi l'ho li ho trovati. Esistono biscotti che sono veramente biscotti, con nocciole vere e senza strane alchimie. Esiste la pasta all'uovo fatta con le uova, ed esistono pure le salsicce con dentro solo carne sale e pepe.
Costano una fracca, e non è detto che un prodotto costoso non contenga solfolipocazziemazzi, ma esistono. Ed allora ho capito che oggi, mangiare si mangia tutti. Ma per mangiare bene occorre essere capaci (sia in testa che nel portafoglio), e occorre pure andare al supermercato col piglio del cane da tartufo.
Più orto per tutti, altroché.

Mostri e tragedie notturne

Ieri sera non avrei dovuto guardare quel filmone pieno zeppo di mostri che dentro la bocca hanno altri mostri e che più li sbrindelli a cannonate e più te ne spuntano fuori. E che se ti sputano lo scaracchio addosso è fatto di acido e muori. E se ti prendono, muori. E se non ti prendono, muori lo stesso perché tanto fanno zompare in aria tutto il pianeta. Ché poi ho avuto brutti incuboni, e la prima metà della nottata l'ho passata uccidendo mostri o fuggendoli.

Poi è stata la volta dei pensieri. La solita rassegna stampa di sensi di colpa, scrupoli, indecisioni, responsabilità che mi vengono sempre di notte quando vorrei dormire, non di giorno quando vorrei rigare dritto.
Nel mentre che mi rigiravo, faceva un caldo equatoriale da tucano 5 (quando fa molto caldo, o voglio molto calore dico ammò, metti a tucano 4 o 5. Se voglio tanto bel fresco, dico metti pinguino 3, ché a pinguino 5 la nostra ciofeca di condizionatore non ci arriva).
Quando finalmente stavo per prendere sonno, quello di sotto ha deciso che era arrivato il momento di far cadere una bottiglia di vetro, così che perfettamente sveglio ho potuto godere di tutte le fantastiche variazioni sulla stessa nota di una zanzara tigre molto affamata.

Stasera un bicchiere di latte, i Puffi e a letto presto. E speriamo che Gargamella non faccia niente di impressionante.

Assaggia, non avere timore

-Assaggia, non avere timore

-No, non voglio
-Perché vuoi impedire ciò che accadrà comunque?
-Finché posso evitarlo, lo farò
-Non vuoi diventare come me? Baciami
-Non voglio e, finché potrò, starò alla larga da quell'intruglio
-Assaggialo. Solo una stilla. Non ti farà poi così male. Vedi? A me non è successo nulla
-Questo lo dici tu... Sei cambiato
-Solo un assaggio...
-No!

-E vabbò, tanto dove scappi? Oggi questo passa il convento. E poi la mia aglio olio e peperoncino è leggerissima, lo sanno tutti. Per intanto, tira fuori le cloralit, va.

Il Sindaco di Castellaccio di Suso

Il sindaco di Castellaccio di Suso ha appena stabilito che, per il decoro e l'ordine pubblico, bisogna necessariamente evitare che i cani possano circolare senza guinzaglio, perché se no poi finiscono col cagare tra le begonie della moglie e la moglie lo manda in bianco. Poi, bisogna procedere urgentemente all'abbattimento delle farmacie comunali gestite dal suocero del sindaco, che è un pezzo di merda e non vuole lasciare neppure una lira alla figlia finché resta sposata al sindaco (che secondo il farmacista è un coglione fascista). Infine, con ordinanza cittadina retroattiva, ha disposto multe fino a 500 euro per quelli che fanno il bagno in piscine, pozze e fogne con il piercing al naso, ché non siamo mica buzzurri neanderthaliani col grugno in fuori.


Evidentemente ispirati dall'afflato filantropico, sono seguiti a ruota Novara, sputi di paesi in provincia di Bergamo e qualche altra bucolica realtà come Varallo Sesia, in cui accadono cose lievemente surreali e certamente incostituzionali. Chissà se il sindaco di Castellaccio di Suso immaginava, al tempo, che avrebbe fatto tanti proseliti.

Kit per la costruzione domestica di un post su aW

  • Creare un personaggio curioso, balzano o con evidenti segni di squilibrio
  • Applicargli una storia di contorno surreale, ridicola o evocativa
  • Fargli dire o fare qualcosa di apparentemente insensato (salvo poi disvelare il trucco alla fine) oppure fargli dire o fare qualcosa di irriverente, divertente o avvilente
  • Concludere con qualcosa che non c'entra niente o quasi con l'inizio, oppure chiudere la storia a cerchio, in un modo che ne rievochi l'incipit.
  • Riprendere la propria esistenza con l'anima più leggera
Il kit per la costruzione domestica di un post su aW è un omaggio della testata aWilito.blog e nasce dal fatto che oggi non mi va di fare un tubo.

Compare Smargiasso Tomas

Compare Smargiasso Tomas odia il mare a ferragosto perché tutti vanno al mare, ed odia i prati a pasquetta, perché tutti vanno per margherite a strafogarsi di arrosticini e salsicce, e poi tanto piove sempre. Non riesce a capire perché la gente adori starsene insalamata nel traffico all'andata, insardinata sulle spiagge durante, e insalamata di nuovo al ritorno, e soprattutto vorrebbe mettersi sul cavalcavia a sputare personalmente sul parabrezza di ognuno di quelli che si avviano alla marcia percoreccia.

Gli piacerebbe essere Dio soltanto per poter entrare nelle cervici di ognuna di quelle capre smarrite e stilare un censimento delle ragioni dei singoli individui:
  • perché sei in mezzo al fiume pecoreccio, sapendo che oggi c'era la piena
  • perché non sei rimasto a casa a riposarti, invece di contribuire al fiume in piena
  • perché esisti
e giù di scaracchio, uno per ognuno, per non far torto a nessuno.
Compare Smargiasso Tomas è antipatico e un po' fetente, lo sanno tutti, però intanto si gode lo spettacolo ovino che ha davanti agli occhi mentre sonnecchia, strimpella la chitarrella scordata e si beve un po' di grappa del Natale '08. Lui, al mare, ci va domani, quando tornano tutti.
Così, mentre trattiene i motori per non farsi beccare dall'autostronzox, può sputare personalmente su tutti i finestrini delle milioni di macchine che incontrerà nell'altro senso di marcia, tutte ferme e avvampate.
Ed è tanto fetente che prega il buon Dio che a qualcuno di quelli non funzioni l'aria condizionata, così il finestrino sta giù mentre spara le sputazze.

Delirio chiavistico alle dieci di sera

22.12

Ieri sera, arrivati al mare, sono sceso dalla mia (mezza) macchina e mi sono avvicinato al (mezzo) bagagliaio. Ne ho tratto i pomodori del mi' babbo, che sono asprigni onesti e senza concime, ho sradicato le valige e ho catafottuto il resto del ciarpame, che non ricordo manco cosa fosse.
22.14
Un tintinnio m'ha fatto il solletico alle orecchie, ma l'ho semplicemente ignorato, credendo che fossero gli angeli in coro, intenti a cantarmi l'inno all'arrivo, o forse stavo solo rincoglionito.
22.15
La tragedia ha inizio. Le chiavi della macchina, in tre minuti tre, sono letteralmente sparite. Abbiamo sollevato e scosso la (mezza) macchina, l'abbiamo rivoltata dal motore al parabrezza, l'abbiamo sarchiata, solleticata, sbrindellata e scotolata, ma niente sembrava produrre il benché minimo tintinnio chiavesco. Sembrava che avesse letteralmente inghiottito le chiavi.
23.27
Dopo aver fatto risonanza magnetica e tac ai gatti del circondario e ad una vecchia che buttava la monnezza, decisi che il mistero doveva risolversi là dove era nato: nei pressi del bagagliaio. E così, dopo un certo numero di calci e pedate al paraurti, una in particolare deve essere stata assestata nel giusto momento e nel giusto punto, perché qualcosa di metallico (non il motore che cede alla violenza, speriamo) si era mosso. Le stronze delle chiavi, infilandosi non si sa come attraverso i buchi che i geniali ingegneri avevano progettato (a che cosa servono dei buchi grossi come un pene di facocero nel paraurti? A COSA?) si erano infilate tra il paraurti e una piega dello spazio tempo che portava a Orte Scalo. E solo dopo altre, disperate percosse, la macchina s'è risolta a sputare ciò che aveva rubato.
23.47
Finalmente, coperto di grasso di motore ma per niente incazzato, ho potuto mettermi a tavola e farmi una ricca abbuffata. Che vita.

Vaniloquio sul digitale

Lo ammetto, ci sono alcune tecnologie cui metà delle mie gesta più brillanti debbono tributare onori e allori. Se non ricordo dove ho messo qualcosa, ci pensa il Mac a ritrovarla per me. Se ho un impegno di lavoro o un compleanno, Mac e cellulari trillano, vibrano e zompettano precisi come orologi svizzeri e meticolosi come segretarie (sempre svizzere). Se non ricordo esattamente cosa ho letto e dove l'ho letto, posso scorrere visivamente all'indietro nel tempo tutto ciò che ho visto fino a ritrovarlo, e parimenti allo sciamano rievocatore d'anime, ho facoltà di recuperare monadi di canzoni o di foto, perdute e distrattamente gettate via.

Ed in tutta questa somma maraviglia, qualcuno mi spiega perché pure la macchina non mi vibra ogni cinque mila chilometri per il cambio d'olio? E perché il bollo, l'assicurazione, la revisione, il bollino blu, la manutenzione ordinaria e la manutenzione straordinaria non sono mai eventi sincronici, che poi ci scordiamo tutto? Tanto, gli appunti non servono (dimentico di guardarli), il computer non serve (non può mica contare i kilometri) ed ha fallito pure il metodo per delega (sono due mesi che ripeto mi ricordi di controllare l'olio, mo che scendiamo?).
Non c'è niente da fare: in un mondo sempre più digitale, la mia (mezza) macchina è e resta tristemente analogica.

Ma si può? Tragedia personale delle infradito

Era una cena importante, non perché fosse mondana o di lavoro, ma perché per me era importante prendervi parte in modo impeccabile e brillante.
Per l'occasione, sono andato dal barbiere, mi sono fatto le unghiazze, ho scorticato i piedi (che a forza di camminare scalzo, d'estate si fanno una chiavica), ho fatto le sopracciglia, la doccia col bagnoschiuma ai ferormoni materni (utili per rimorchiare le suocere), i gargarismi con l'Elisir del Piacione® e comprato una bottiglia di Chateau d’Yquem del 1787 per titillare le papille degli ospiti.
Poi arrivo là, saluto, e non mi accorgo di aver messo due infradito diverse? Ho continuato a bestemmiare sommessamente ma con stile i sessanta minuti successivi. Poi, per fortuna, una lunga tovaglia impietosita ha coperto la mia indicibile vergogna per il resto della serata.





Tra un giorno in questa casa

Tra un giorno, in questa casa, note agognate ed adamantine torneranno a tormentare gli orecchi dei vicini scassaballe, ed il dio della musica, del cazzeggio e dell'improvvisazione sarà nuovamente il benvenuto. E mentre il fauno già freme e zufola qualche diesis, io attendo con brama di mettere tutte e dieci le dita sui tasti del nuovo arrivato con gli accordi più poderosi che la natura possa permettermi.
Domani farò un bordello della madonna.

Il mescoluzzolo

Il mescoluzzolo è un mansueto pescetto che vive nel Mediterraneo, si ciba di di sgnaffi e oloturie, e possiede la sorprendente capacità di prendere la forma di qualunque pesce desideri, purché compreso nell'intervallo dalla o di orata alla t di triglia. Una volta che ha mutato la sua forma, è praticamente indistinguibile dall'originale tanto nella consistenza delle carni che nel loro sapore, sia nel fritto di paranza che al cartoccio, ma nessuno lo ha mai visto nelle fattezze originali di mescoluzzolo.

E' opinione di alcuni luminari (pescatori, biologi e cuochi) che la sua lisca sia più coriacea e infingarda dei pesci che imita, e che per questo motivo se una spina ci va di traverso o si incastra tra i denti, a cena abbiamo mangiato un mescoluzzolo, e non il rombo al forno da ottanta sanguinosi euro che avevamo ordinato.
Pare oltretutto che un alimentazione ricca di mescoluzzoli sia alla base di alcuni deleteri cambiamenti nel comportamento degli essere umani, che a lungo andare tenderebbero a mutare all'improvviso opinioni, strategie o inclinazioni politiche, più che la forma. Tale curioso effetto sarebbe difficile studiare, data la sua stessa natura, ma parecchi eventi nella storia, cultura ed informazione del nostro paese lasciano presagire una presenza di mescoluzzolo nei nostri mari superiore alla media.

Stralcio di articolo tratto da Ficus Extra, illustre mensile dedicato all'informazione scientifica in vendita in tutte le edicole di un universo parallelo al nostro e distante duecento mila xζ+T Prosec.

Sono una persona molto accomodante

Domani è uno di quei momenti in cui dovrò scegliere tra male e peggio e, visto che al peggio non c'è mai storicamente mai fine, meglio scegliere subito il male così ci togliamo il pensiero e tanti saluti.
Dopotutto, sono una persona molto accomodante quando non sono ottusamente intransigente

Mentre alcuni di noi fanno acquisti folli, altri vengono convocati dall'Ordine (dei biologi, non della Fenice), e mentre alcuni di noi aspettano un bambino (in verità lo aspettiamo un po' tutti, da bravi simpatici simbionti quali siamo), altri fanno testa o croce col destino (e col profilattico) per vedere se la sorte è più convinta di loro; e così il tempo passa, tutto muta ma niente cambia veramente. Cagacazzi ed eterno indeciso ero da bambino, e cagacazzi ed eterno indeciso sono oggi, durante una partita ai Coloni di Catan in cui ho perso ignominiosamente, lamentandomi delle carte che non escono e tutto il resto. E al tavolo con noi, grandi e svezzati, c'era mio fratello che ci ostiniamo a chiamare Gnocco come quando era un pupetto, e che oramai ha vent'anni suonati e un altro po' si sposa. E' semplicemente un miracolo che si sia ancora noi stessi nonostante il lacerante evolversi delle cose.

E non saremmo qui se non fossero accadute un paio di botte di culo, qualche idea assurda, un po' di improvvisazione e innumerevoli, portentose scornate. Lo dico sempre: bastava che quel giorno a mia madre, mentre sbucciava le patate per la caponata, non fosse venuto in mente di dire "Perché non chiami Carlo" che la mia vita avrebbe preso una piega del tutto diversa, e di certo non m'avrebbe portato qui. Capite che roba? "Perché non chiami Carlo". Una frase innocente, senza effetto pratico e apparentemente innocua per chiunque. Tranne che per me. Per me, quel "Perché non chiami Carlo" ha avuto talmente tante conseguenze da lasciarmi senza fiato solo a pensarci. Come fa una cosa tanto piccola ad essere artefice di tanti destini? Eppure oggi non ci sarebbe questa casa, né il nuovo pianoforte, né i tanti nipoti ma neppure i simpatici simbionti; non ci sarebbe il lavoro che faccio, né la partita ai Coloni di Catan con Gnocco, né l'Ordine dei biologi, né tutto il resto.
La vita è enorme e si dipana per molte vie, certo, alcune oscure, altre di cui abbiamo (o crediamo d'avere) il controllo. Però ci sono alcuni punti chiave, alcuni budelli come crune di ago in cui tutto si stringe e passa a fatica, in cui non c'è la solita moltitudine di scelte, possibilità e mezzi, in cui si può agire o omettere d'agire. Punto. A volte si può solo dire sì o no, prendere o lasciare, dare retta ad una donna che ha un'idea improponibile mentre fa la caponata, o lasciare che il tempo segua il suo corso.
Può sembrare assurdo che uno dei momenti più importanti della mia vita sia stato benedetto dai semplici preparativi della cena e della mia più assoluta noncuranza. Ma è così che sono andate le cose, ed è così che mi piace siano andate.
Alla faccia della Teoria del Caos.

Spese folli delle ultime ventiquattr'ore

Venghino signori, venghino: siamo in vena di spese folli.

Pianoforte nuovo (ché l'altro è ufficialmente cosa del dio della musica), iPhone 3GS e due Wii Motion Plus in meno di ventiquattr'ore.
Alla faccia della crisi e della recessione, ho deciso di prendere in mano la situazione e risollevare l'economia nazionale.
Tutto da solo.