L'uomo sulla corda del destino

Giullare senza pubblico e genio fuori di testa, l'uomo sospeso sulla corda del destino si faceva semplicemente i fatti suoi come sempre. Proseguiva per la sua strada camminando, zompettando e perfino in sella a un monociclo, se ne aveva voglia. Per una scelta lungamente ragionata, non guardava mai più in là dei prossimi cinque o sei passi, anche perché la corda si estende perfettamente dritta da una parte all'altra senza interruzioni, apparentemente infinita: e quindi, che senso ha gettare lo sguardo oltre il nulla?
Talvolta gli capita di incontrare altra gente sospesa su altrettante corde tese, che tuttavia seguono corsi e direzioni sempre diverse, o persino opposte alla sua. In qualche caso s'assiste a un timido saluto, in tutti gli altri a una compassata indifferenza; rarissimamente, accade che i due si parlino o si augurino perfino fortuna.
Ieri, l'uomo sospeso sulla corda del destino si è intrattenuto tutto il giorno con alcuni goffi (e dunque infelici) passanti, e smentendo la propria storia ha improvvisamente avvertito sincera empatia e profonda comprensione per alcuni di loro. E' un sentimento a cui forse non è abituato, ma che non gli è totalmente sconosciuto. All'improvviso, ha sentito l'urgenza di aiutarli, di seguirne i passi per un po', ha in altre parole desiderato che le loro corde fossero parallele per il tempo necessario. Necessario a cosa, poi? Perché imparassero le leggi dell'equilibrio? D'un tratto si rendeva conto che la maestria non si insegna, e che ci vuole molto più che impegno, natura e sapienza, per potersi permettere evoluzioni da virtuoso.
L'animo di quell'uomo è saldo e passionale, e ci proverà finché le corde correranno sufficientemente vicine da permetterglielo. Ma sa anche che occorrerà tutta la sua destrezza, perché una regola non scritta dice che non si può mai saltare sulla corda di un altro. E, soprattutto, ad aiutare gli altri si rischia di cadere nel vuoto.
Ora, però, non ha senso tormentarsi per la scelta fatta, né ha senso piangersi addosso pure se dovessero precipitare tutti quanti. L'altra legge non scritta, infatti, dice che sulla corda del destino semplicemente non si può mai tornare indietro.
E' triste, e perfino ingiusto. Ma è così che stanno le cose, per tutti quelli che amano veramente.

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