Addio all'Euro (banalità apocalittiche)

Addio mon ami Euro.
E' stato bello, per una volta, fare i fighi in giro per il mondo con una moneta forte, fare gli sboroni in Thailandia e assaltare i negozi di New York. Tanto, col cambio, una cinta da Gap costava come un paio di mutande all'Eurospin. Beh, ora non più.
Addio Euro, mein Freund.
Poter comprarsi l'Apple Care su eBay pagandolo meno della metà del costo nostrano è un sogno ormai irraggiungibile. Tra non molto, se non salta prima, varrà come il dollaro. E hai voglia, cara Merkel, che dici resistiamo, ma non troppo oppure aiutiamo, ma non subito. Per carità, saranno crucchi ma tengono ragione: perché premiare chi non è virtuoso come loro?
Euro, φίλος μου, t'ho voluto bene.
Certo, abbiamo vissuto tutti sopra le nostre possibilità. Per carità, indubbiamente i nostri debiti pubblici sono fuori controllo. E, giustamente, l'Ellàda si incazza e piange perché non ci avete accordato subito il prestito ponte? No, perché diciamolo, una faccia una razza, simm'e Neppule paisà e tutto il resto: io voglio tanto tanto bene agli amici greci, però ci vuole veramente una faccia come al culo per pretendere l'aiuto dopo la porcata della falsificazione dei conti. Insomma, chiedere è lecito, rispondere è cortesia, ma pretendere come fanno loro è veramente da peracottari profittatori. E lo dice uno che ama sul serio la Grecia.
Mi amigo Euro, a che serve unificare le monete se tanto ognuno si fa i cazzi suoi e non caga gli altri? Eh, perché se l'euro ci ha insegnato qualcosa è proprio che siamo tutti diversi, e che al Nord sono più corretti e industriosi di noialtri, e che gli interessi nazionali vengono comunque prima di quelli generali. Insomma, otto anni di esperimento per imparare banalità che già conoscevamo. E mo'?
Mo' so' cazzi.

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