La mia macchina

La mia macchina è speciale per molti motivi.
Non si rompe mai perché è rivestita di un particolare caucciù sudafricano ottenuto dall'albero del caucciù, per l'appunto, mescolato ad altri ingredienti segreti noti solo agli sciamani professionisti. Così, quando urta altre automobili, invece di frangere vetri e ossa, rimbalza e blobbeggia come un budino. Anzi, lo sciamano m'ha assicurato che ha anche il sapore, del budino. Alla vaniglia, per la precisione, ma non l'ho mai provato personalmente. Invece qualcuno deve averlo fatto, visto che una tiepida mattina primaverile mi sono ritrovato un morso sul paraurti posteriore. Riuscivo persino a contare i denti. Maschio, caucasico, circa trentacinque anni, m'ha assicurato il coroner. Non s'è mai saputo di chi fossero, però.
La mia macchina, oltretutto, è molto pratica. Quando ho necessità di trovare parcheggio, la sfrego un poco in un punto ch'io mi so, e quella si fa un cicìno più piccola, così che posso infilarla in feritoie ridicolmente strette. Se mi sento ispirato, e lei è dell'umore giusto, titillando ancora un po', si accorcia anche in lunghezza, come una fisarmonica.
Ovviamente dentro è spaziosissima. C'è posto abbondante per l'autista (ovviamente) e per il marito o la moglie o entrambi. E poi ci stanno gli amici, le valigie per le vacanze, e volendo anche le vacanze stesse. Stavo difatti pensando di installarci una piscina con idromassaggio, ma non vorrei poi consumasse di più.
Perché quanto a consumi, la mia macchina è molto ecologica. Ha un serbatoio grosso come un accendino che le dura almeno una settimana. A volte, quando non trovo un benzinaio, chiedo a qualche amico fumatore se mi fa il pieno. Poi, ovviamente, gli rendo il favore.
Oggi però è successa una novità: s'è bucata una ruota.
Ovviamente, essendo una macchina del tutto particolare, gli orgogliosi ingegneri e progettisti l'avevano deliberatamente lasciata sprovvista di crick, ritenendo l'attrezzo medesimo un inutile spreco di spazio. Al suo posto, piuttosto, hanno installato un acquario marino con due pesci pagliaccio di serie, che fa molto più chic e non ce l'ha nessuno. Confesso che sono morti da un pezzo e non li ho mai sostituiti (spero non se ne accorgano). Ma quello è il meno visto che, data la natura insolita della vettura, i costruttori hanno pensato anche di non fornirla d'una ruota di scorta, ruotino, o toppe di gomma tipo bicicletta. Troppo banali. Con tutta la capienza avanzata, hanno potuto installare, e tuttosommato come biasimarli, una cassettiera a scomparsa, con tanto di separatori interni. Così, mentre cercavo di spiegare il problema al gommista, controllavo che avessi ancora calzini grigi puliti a disposizione. Ma è il privilegio di possedere un'auto così, ed è normale andare incontro a queste piccoli inconvenienti. Noblesse oblige, come dire, ce l'hai e te la tieni. Così, mentre il gommista con perizia certosina ed in solenne silenzio studiava l'entità dei danni (e probabilmente si chiedeva se in questa stagione Bali fosse preferibile a Cayo Largo), la sua segretaria, penitente e renitente, si scusava e spariva dietro una tendina. Aveva terminato il taccuino ed era andata a procurarsi una risma di carta per poter terminare i calcoli paralleli, umbrali e relazionali necessari a partorire il conto. Avrei voluto chiedere uno sconticino, ma mi fece cenno di non disturbare mentre era intenta a immettere i dati nel piccolo super computer da asporto di cui sono dotate molte officine, oggigiorno. E mentre venivano ultimati i piccoli ritocchi necessari, ed il restauratore convenzionato dava una controllatina alla salute dei mosaici interni, io gettavo - devo confessarlo - un'occhiata preoccupata alla segretaria la quale, sempre nel tentativo di arrivare alla parcella, stava ora china davanti una sfera di cristallo, evidentemente concentrata in quella che aveva l'aria d'una complicatissima divinazione.
Finalmente ogni fatica trovò compimento e, saldato il conto (dovrò tornare lunedì, giusto per dare il tempo ai globuli rossi di riformarsi), proposi di festeggiare il buon esito dei lavori con un Bardolino del '79. Offerto da me, si capisce.
Dopotutto, tengo sempre una scorta di buoni vinelli, nella botola sotto il bagagliaio, quella che dà sulla cantinetta.
Mi è costata un po' ma devo dire, devo proprio dire, che ne è valsa veramente la pena.

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