Lo spirito giusto

Alle quattro di pomeriggio ho già un picco alcolemico e colesterolico di tutto rispetto. Questo è lo spirito giusto, baby.
(e da domani dieta)
(sì, come al solito)
(eh ma potevo non farmi il piattone di bangers e patatine e anelli di cipolla fritti?)
(no,hai ragione)
(ecco bravo. La dieta la iniziamo dopodomani, va)
(va bene. Stasera chicken wings?)
(mi hai convinto)
A dopo

Birra scura, ostriche e foche

Vento freddo, compagnia inusuale ma perfetta, zuppa di pesce a cui dell'oceano mancavano solo i sassi e le alghe; la piacevole antitesi d'un amore sulle scogliere aspre e torve di un porto d'Irlanda. Di fianco alle barche, una foca contempla paziente il via vai dei curiosi, e qualcuno le butta pure una sardina; più verso Nord, sulla spiaggia di sassi e alghe rossastre un cane sciacca l'acqua e si scotola il pelo bagnandomi un po'.

Quando le nuvole sono infittite, ripieghiamo verso il coperto, e nell'ambiente caldo d'un odoroso pub sul mare, una birra scura accompagna un vassoio di ostriche indimenticabili.
Una giornata perfetta, ecco cos'è stata quella di oggi, perché non le mancava niente.
Semplicemente una giornata perfetta.

Dove cavolo l'hai messo?

Dove cavolo l'hai messo? No, non l'ho preso io. Ti dico che non l'ho preso! Lì ho già guardato, e non ce n'è più, e neppure là. Guarda che quello disordinato non sono io. Oh, insomma, se l'hai preso tu, dillo, mica è tanto difficile.

No che non ho idea. Se sapessi dove trovarne, ti pare che starei qua a perderne ulteriormente con le tue evanescenti e suggestive minchiate?
Allora, si può sapere chi s'è fregato tutto il mio tempo?

La tua festa di compleanno

La tua festa di compleanno non è solo una festa di compleanno: è di più. Non è solo la musica più ballabile, la gente più simpatica e gli imbucati più interessanti, è anche il buon cibo e quel rum che shakera le tonsille come maracas al carnevale di Rio. La tua festa di compleanno è ebbrezza senza vomitillo, è risate sincere e bagni notturni, caciara sorniona e improvvisazioni da saltimbanco.

La festa di compleanno che ti organizziamo ogni anno è semplicemente fantastica: dovresti proprio venirci, una volta o l'altra.

Dedicato a Marianna.

aW oggi è un po' avvilito

Avvilito normale, senza W.

I casini dello scricciolo di biologo

Lo scricciolo di biologo DOP, quello col bollino blu sulla chiappa sinistra, ha smesso di fare casini in giro per la Casa che Muta e si è finalmente tolto dalle palle: ora va a fare i suoi casini nei laboratori d'Italia. Gratis, per ora.

Ma sta' tranquillo, gli ho detto serafico. Prima o poi, per fare casini ti pagheranno anche.
E quello sarà un gran giorno.

Illuminazione della dilazione

E' tardi.

E' tardi.
E' tardi.
Forse dovrei smetterlo di scrivere e darmi una mossa.
E' così tardi che potrei anche starmene qui, così almeno sul rientro a casa sarei in anticipo.
E' talmente tardi che non ho neppure i sensi di colpa a scrivere qui su, invece di scapicollarmi giù per le scale e infognarmi nel traffico di Roma. Forse sono più maturo, o forse solo incosciente.
Non ho idea di cosa sia questa improvvisa, compassata serenità che mi ha preso, ma deve essere qualcosa di molto simile alla buddità.

L'insolubile problema dell'incresciosa metà

Quando gironzola per casa, di solito l'indolente metà ciondola ovunque tranne che fuori dalla vista, crea caos se non c'è e vi contribuisce in maniera sostanziale se c'è già. Dissemina calzini in giro per casa come avesse sette gambe (sempre dispari, ovviamente) e se qui è già sporco, là la lorda metà dà il meglio di sé, sguazzando tra briciole e fazzolettini ché ha sempre da fare colazione o merenda o ha bisogno di carboidrati quando meno te lo aspetti. La controversa metà ha sempre da trafficare quando hai bisogno di silenzio, ma se invece ti serve una mano è lì che giace una giornata intera come un cataplasma, e quando vorrai riposarti, invece di giacere al suo fianco, ti toccherà uscire perché la puerile metà si annoia, ricorda un improvviso impegno o ha urgente bisogno di un cuscino di piuma di dodo a mezzanotte passata.

Non ne parliamo poi se le girano i maroncini o si sente di fottere: farà e dirà qualunque cosa purché di senso contrario a qualunque consiglio o ordine ricevuto. Nel farti perdere tempo e fiato, l'astrusa metà è imbattibile. Provare per credere.
Quando però non c'è, le molecole d'aria nella casa che muta si illanguidiscono, e tornano leggere e gassose come natura vuole. La Casa che Muta si rilassa, io mi rilasso. Il tempo torna a scorrere normalmente e anche ninnoli, gingilli e cazzabubboli restano al loro posto per tempi considerevolmente più lunghi. Ma non è la stessa cosa, lo so, e allora d'improvviso i ricordi vengono su come i ravioli nell'acqua bollente, e tutto riacquista il senso pristino. E mi ravvedo che l'assente metà è mezzo cuore della Casa che Muta, e che quel caos strafottente è l'equivalente del sangue che irrora i corpi della gente. E come non si vive senza mezzo cuore e senza sangue, così la Casa che Muta si spegne d'improvviso se la dolce metà non c'è; ci si annoia perfino un po'.
Se c'è è un guaio, e se non c'è è pure peggio. Ed è evidente che le calamità che ci procuriamo volontariamente sotto sotto, molto sotto, ci piacciono davvero.

La notte insonne di Cocco e Lefco

Cocco fa i picci di sonno perché non riesce a dormire, e meno dorme e più si lagna, e più si lagna e meno riesce a sorpirsi. Allora Lefco lo calma col solletico sotto gl'alluci, così che forse almeno lui riuscirà a chiudere occhio. Durante la notte, Cocco fa sognacci fetenti, si agita, si rigira nel letto, biascica e borboglia come uno di quegli affari che biascicano e borbogliano in continuazione, che non mi ricordo come si chiamano. Allora Lefco si alza e gli gratta il ginocchio, e mentre lo fa sogna di dormire, magari da qualche altra parte del mondo.

Alla mattina presto, trilla il telefono come campane di Cattedrale. E' la mamma di Cocco: chiama per sapere se gli è rimasto lo zucchero. Perché, ti serve? Le domanda Cocco, no era per solo per sapere. Lo zucchero fa bene al cervello e mai sia resti senza a casa, e chiude la conversazione.
In piedi anzitempo e scoglionato, Lefco va al lavoro dove però quaglia poco e niente perché tiene sonno come uno di quei cosi che hanno sempre sonno ma non dormono mai, che non mi viene il nome. I cosi.
La morale della storia è che stasera Lefco staccherà il telefono e metterà il papavero nel bicchiere di Cocco. E se non lo fa lui, lo faccio io, parola d'onore.

Avvenimenti balzani della mattina

Stamane stavo per inciampare sul centro dell'universo, che casualmente passa per il terrazzo di casa mia proprio sotto il mandarino nano. Meno male che l'ho visto e ho fatto in tempo a scansarlo, altrimenti ora nessuno di voi starebbe qui a leggere queste parole.
Visto che mi dovete tutti la vita, potete manifestare la vostra riconoscenza con un bonifico alle mie coordinate bancarie. Per la cifra, bontà vostra.

Quando ci metti un mese

Quando ci metti un mese per scegliere l'asta Ikea più adatta alla cucina, e da ancora più tempo hai pianificato l'acquisto del piumino in puro piumino d'oca che andrà in offerta a settembre, hai imparato tre cose se te stesso e sull'universo:

  • che per quanto ti ci impegni, i buchi nel muro verranno sempre storti
  • che la piumetta del collo dell'oca è più pregiata delle altre piume
  • che sei già sposato e non lo sai

All'alba, attorno alla Casa che Muta

Ci risiamo.
Dalle 8 alle 9.30 è il solito Concerto dei Tagliaerba, creature mitologiche metà lama e metà testa di cazzo che spuntano fuori ai primi timidi raggi del sole all'alba, e rientrano nelle tane non appena il sole si fa più gagliardo o io mi sono svegliato. Poi, di solito c'è un Grattasega che ha sempre qualche asse di legno da grattare, qualche lamina rugginosa da scrostare o qualche muro da scartavetrare; ma di solito i Tagliaerba sono più numerosi, insistenti, e paiono comandare sui Grattasega. E sebbene non vivano in branchi, sospetto che usino il rumore per localizzarsi e rassicurarsi a vicenda.
Una cosa, però, non mi torna da quando vivo qui. Qualche cosa recisamente non torna.
Non esiste tutta questa erba da tagliare, attorno alla Casa Che Muta neppure se contiamo quella sotto al mandarino nano e i peli pubici della gente. Eppure, lavorano con una tale foga che, messi insieme, costoro potrebbero abbattere l'Amazonia e la Foresta di Memole in appena una settimana di lavoro.
Ed è allora mi è diventato tutto chiaro: o sono il frutto degli esperimenti genetici dell'Ikea, o sono i più grandi rompicoglioni dell'Universo conosciuto e, forse, persino oltre.

(sia ascritto alla storia: alle 9.40 hanno finito di scassare la uallera, e a molestare l'aria sono le ugole degli animali curiosi che popolano gli alberi attorno alla Casa che Muta)

Metafisica della cicoria ripassata

Diciamoci la verità. La cicoria, lessata e condita con olio e limone fa cagare. Punto.

Violentata nell'olio sfrigolante con l'aglione buzzurro, la temperante acciughetta e un paio di peperoncini calabresi a miccia corta diventa estasi culinaria e ambrosia del contadino.
Ecco, a volte anche le persone più insipide nascondono grandi pregi e insospettabili virtù: basta condirle nel modo giusto.

La storia del tordello che non voleva volare

C'era una volta un tordello che non ne valeva sapere di imparare a volare.

E scalciava con le zampette, e si lagnava, e piangeva con l'ugoletta di fuori oh babbo d'un tordo torquato, ma io mica mi sento di buttarmi di sotto. C'è i cani, laggiù, ed è aperta la caccia, e poi se mi chiedono la capitale del Burkina Faso che fò, ché non la so?
Va là, gli fa il babbo, a chi vuoi che venga in mente di importunare un tordello piccolo e poco pratico come te. E poi lo sanno tutti che la capitale è Ouagadougou. E nel dire ciò, apriva le ali e lievemente lo sospingeva fuori dal nido.
Ma con tutto 'sto vento? Mi buscherò un raffreddore che la metà basta, e mi verranno i piedi palmati come a zia Ocla. Lo sai, vero, che ci vengono i piedi palmati a stare nell'umido? Pigolava ancora, sperando di apparire un po' più convincente di quanto suonasse alla sue stesse orecchie.
Ché poi, che storia è questa che ci si catafotte di sotto senza uno straccio di preparazione? Un minimo di esercizi? E se mi stiro un'ala? Sarà mica il caso di fare stretching? Oh babbo, perché non mi aiuti a fare sssstreeeeeeee... Ma dovette troncare frase e speranze là, a metà, perché il papatordo gli assestò una bella zampata e lo scaraventò fuori, onde mettere un fine allo sdilinquimento compulsivo di quella giovane leva e poter continuare a fare le parole crociate in santa pace.
La morale di questa storia è ambivalente ed è precisamente questa: non avere paura di fare quello che devi fare, perché tanto se non lo fai, ti becchi un calcio in culo, un cazziatone e poi lo fai lo stesso.
Trentasette orizzontale: abbreviazioni di questi.

Notte vagamente insonne

Notte vagamente insonne, qualche legittima ansietta, risveglio inaspettato ed autogestito prima del trillo della sveglia. Precisi come le proverbiali meccaniche elvetiche, ricominciano il segamento, il martellamento e l'inchiodamento attorno alla Casa che Muta. Apro un occhietto incerto, e intanto penso a quando avrà inizio l'altro grande concerto di qui, quello dei tagliaerba. Ancora non ce n'è traccia, ma sospetto che è solo una questione di tempo.

Dopo un mese passato a lavorare come se le vacanze fossero una creatura mitologica (non esiste, e se è esistita ora s'è estinta) siamo già stanchi e un poco svogliati. Siamo anche un po' più biologi, però, anche se lavoro e remunerazione oggi sembrano seguire due strade diverse. Mi pare persino che faccia più freddo, questa mattina. L'autunno è ancora parecchio lontano, ma di sicuro l'estate è finita.