Ferie, auguri e altre carabattole

Ferie.

Feri-e.
Due morfemi tra i più rari della mia vita, oramai, il cui suono dimenticato ha il sapore del vin cotto e il profumo delle spezie esotiche.
Ferie.
Somiglia ad una parola elfica che presuppone percezioni e conoscenze al di là dell'umana comprensione: una sorta di alchimia tra un vaticinio ed un augurio bensperante, e implica distacco, vacuità e sospensione. Cioè tutto il contrario di lavoro, stress e scazzi quotidiani.
Con un'improvvisa virata, ultimamente le cose hanno preso una piega incredibilmente buona, e i presupposti per l'anno nuovo appaiono rosei. C'è ovviamente molto da fare, e almeno altrettanto da disfare, ma quando si è sereni, è tutta un'altra cosa.
E soprattutto quando si è in ferie.
F-erie.
Se lo dici con enfasi, ti sfrega le labbra come un lembo di vento intessuto e fa quasi il solletico all'anima. E vista la sonnacchiosa estasi che mi pervade dall'unghia dell'alluce alla punta dei capelli, è in questo preciso momento - momento di ferie, non mi stancherei mai di dirlo - che voglio fare gli auguri a tutti.
E ora scusate, ma quasi quasi mi riabiocco.

Buona vita,

aW

Neve. Tanta tantissima neve (post sconcio)

Si gonfino i nembi di gelo e cristallo, precipitino giù dalle montagne impervie e violentino i paeselli sperduti con infinite polluzioni nevose. Che Giove aizzi i venti e li costringa a frustare i tetti, perché nessuna tegola resti scoperta, e nessuno stelo d'erba regga il peso dei ghiacci.

Ogni casa s'ottunda nel candore e giaccia così, immota, e bianca come la barba di Nettuno che è fatta di pura salsedine, bianca come lo zucchero più perfetto. Bianca come le notti che mi aspettano.
Dai, dai, ché quest'anno voglio scrivere il nome sulla neve con la pipì.

Una domenica soporifera

Sono le 12.10, sono ancora a letto.

Ed è così che intendo passare il grosso della domenica, venga quel che deve venire, crepi chi deve crepare.
E' previsto un nuovo intermezzo porno tra circa quaranta minuti, con una breve pausa pranzo per gli addetti ai lavori. Poi, il clue della giornata si sposterà sul divano in salotto, davanti al Bonsai di Natale, alle cui pendici i regali ancora da incartare mi guarderanno di sbieco e mi cagioneranno infiniti sensi di colpa. Già lo so.
Allora, e solo allora, mi schioderò definitivamente e, armati di forbici e nastri colorati, ci daremo alla Cerimonia dell'Impachettanza, se non addirittura dell'Infiocchettanza.
Il resto della serata è ancora un'incognita, ma di certo contempla in qualche modo il divano.
Magari scatto pure una foto, va, giusto per rammentare quant'è bello non fare una mazza tutto il giorno, in attesa della prossima domenica siffatta.
Tra tre mesi.

Siamo di nuovo zii

Siamo di nuovo zii, e sono nuovamente innamorato.

E 'sta volta utero e nipotina sono pure dietro casa: quindi, mi voglio proprio sprosciuttare.
Voglio essere meno male che c'è zio Giacomo quando non saprà fare i compiti d'inglese, voglio essere che bello c'è zio Giacomo! perché le porta sempre la bella cosa quando va' a trovarla, e voglio diventare il mo' vado da zio Giacomo quando manderà a fanculo mamma e papà per le sue fisime da tredicenne. E poi passeremo il resto del pomeriggio a fare la torta al cioccolato, e tra uova e farina, sparleremo di mamma e papà fino a farle capire che tutti i genitori rompono perché è nel loro ruolo cosmico, come un vigile fa le multe e una gallina le uova. E sebbene sia certamente un esperimento interessante, sarebbe innaturale che un vigile cagasse uova.
E, Irè, se un giorno leggerai queste parole: non ti preoccupare, se a mamma e papà non va a genio quel tipo col motorino che ti piace tanto. Pure a me sta sugli zebedei, ma non dirò nulla. Ci pensa zio Giacomo, a reggerti il gioco, no?

Lo sgurgolo di Natale

Lo sgurgolo di Natale è una creaturina piccola piccola, sorniona e cogli occhi grandi e languidi; uno scricciolo di fetecchia di creaturina che resta in letargo per tutto l'anno, salvo poi risvegliarsi il giorno dell'Immacolata, al tintinnare delle chincaglie dell'albero. E' talmente minuto e riservato che, nella maggior parte dei casi, la sua presenza è rivelata soltanto dalle trascurabilissime tracce del suo passaggio. Per esempio, è lui la causa della lenta ed impercettibile sparizione dei babbonatali di cioccolata dall'albero di Natale, ed è sempre lui che sbocconcella il panettone e finisce tutta la granella di cioccolata.

Non io.
Ed è lo sgurgolo che, curioso com'è, adora sbirciare tra le pieghe della carta colorata per tentare di scoprirne il contenuto.
Non mia sorella.
Ed è quasi sempre lui che fa sparire questo o quel regalo dalle pendici dell'albero di Natale.
Non è mio fratello che ha dimenticato di comprartelo, il regalo.
Ma più di ogni altra cosa, lo sgurgolo adora spostare palle, stelle e ghirlande così che, da impeccabile monumento al Natale (una palla su ogni ramo, una luce in ogni anfratto, un giro di ghirlanda ogni ramo e mezzo), per l'Epifania l'abete diventa un campo di battaglia con indistricabili luci che hanno le doppie punte, palle cadute e poggiate ovunque, grumetti di stagnola dei babbonatali ancora appese ma svuotate della cioccolata, e persino cazzabubboli misteriosamente spariti dalla circolazione.
Sembra incredibile che una creaturina come lo sgurgolo possa fare tutto questo casino, ma tant'è.

Minchia che palle 'sto paese

C.d.o.

  • Il Natale arriva sempre troppo presto.
  • Andare alla ricerca dei regali è una gioia solo per chi non ha un tubo da fare, ha soldi da buttare e/o deve farsi perdonare qualche casino grosso (corna, perdita della fede nuziale o danni fisici a cose e persone).
  • Quando regali un portachiavi, di solito ricevi un set da tartufo tempestato di diamanti, e viceversa.
  • I regali più belli sono quelli fatti col cuore, quelli più brutti, col culo.
  • A Natale si rifanno vivi quegli odiosi parenti che non vediamo né sentiamo mai se non ai matrimoni, ai funerali o, appunto, a Natale.
  • A Natale c'è sempre qualcuno che dice che odia il Natale.
  • Ci sono talmente tanti tipi di panettoni (pralinati, con la glassa, senza glassa, senza canditi, solo uvetta, senza uvetta, ripieno cioccolato, ripieno Strega, con le gocce di cioccolato, al limoncello, alla chantilly, artigianali, senza burro, tutto burro, formato mini, formato maxi) che non basterebbero dieci Natali all'anno per assaggiarli tutti. Quest'anno sto in fissa col panettone al cacao e mandorle.
  • Il Natale è la festa dei bambini. Col cavolo, io voglio fare casino, bere e dire le parolacce al poker, e se ci sono i bambini non si può fare, ché sta male.
E comunque Babbo Natale non è grasso, è solo una disfunzione ormonale.

Un milione o centomila

Un milione o meno di centomila. Non è che ci sia molto da discutere, non siamo di fronte a lievi manipolazioni della realtà, alle sottili contraddizioni dell'interpretazione, o agli errori di medie implacabili e statistiche inflessibili: non sono ammesse indulgenze. Qua qualcuno mente, e basta.

Siamo un paese che non conosce vergogna.

Il commiato con la Casa che Muta

Dal divano che per due anni è stato l'avamposto e la torre di vedetta della Casa che Muta, l'ho guardata tristemente svuotata e assente. Se dicevo c'è nessuno?, mi rispondeva quella eco che c'è sempre quando in un posto manca l'anima. Potevo ricordare perfettamente i giorni passati e mi sembrava persino di riuscire a sentire l'odore della torta di mele al cocco, o di vedere il casino che storicamente regnava inguattato dietro ai discreti cassetti traslucidi.

Un battito di ciglia, e non la riconoscevo già più.
Scaffali e libreria, senza un libro o un cazzabubbolo fuori posto, erano evanescenti e alieni, e un disdegnoso distacco sembrava essersi alzato all'improvviso tra noi e la Casa che Muta.
Che poi, pensatela come vi pare; ma come le abbiamo voluto bene noi, nessuno mai.

La Collezionista di Relazioni Inutili

La Collezionista di Relazioni Inutili passa il suo tempo tra sé e sé, poiché è lì che afferma di trovare la parte più interessante dell'universo intero. Di solito sembra sinceramente interessata agli altri, ma solo quando gli altri in questione la riguardano dal punto di vista predatorio, relazionale o sessuale. In tutti gli altri casi, se dimostra attenzioni è solo a mò di paragone (negativo) verso il suo approccio alla vita, che in genere è l'unico che realmente comprende o considera logico. Intimamente ed innocentemente strafottente, la Collezionista di Relazioni Inutili riesce a vedere tutto il resto solo quanto tutto il resto riflette pallidamente il baleno della propria fulgida personalità. Non è che non si renda conto della vacuità dei rapporti che instaura, anzi, di solito piange perché le capitano solo uomini stupidi, fedifraghi, instabili, mammoni. Solo che le sfugge il particolare preponderante, e cioè che non le capitano: se li cerca proprio.


Esempio di conversazione con la Collezionista di Relazioni Inutili:

-Ciao, come stai?Sai, oggi ho sfanculato definitivamente Piergiorgio. Ah, sono disperata, ma è stato meglio così.
-Eh, ti capisco, anche per me non è stato facile lasciarmi di punto in bianco.
-Ma da oggi nuova vita. Non me ne importa niente. Sai cosa ha fatto lo stronzo?
-Guarda, secondo me dovresti lasciar perdere e...
-Allora, prima mi invita a vedere un film da lui, poi mi caccia ché deve andare a potare le begonie della ex.
-Sì, ma secondo me...
-Eh, lo so, non dirlo a me. E io gli faccio 'scusa ma che cazzo mi hai invitato a fare,allora?'
-Mah, forse l'ha fatto per ingelosirti e...
-No! Quello lo fa con ingenuità, figurati. E' tenero ma non so come fare con lui.
-Lasciarlo, no?
-Quello ha bisogno di una mamma, mica di una donna. Sai che ha fatto ieri?
-Non ti cago non ti cago non ti cago
-Esatto. Mi ha invitato al compleanno! Che cazzo ci faccio io al suo compleanno?
-Sono malato terminale di gastrite e credo di essere l'anticristo.
-Sai quanto mi è costato il regalo che gli ho fatto? Ecco, non mi far dire.

Da ripetersi ad libitum con variazioni casuali del tema.

Il club più esclusivo al mondo

Il club più esclusivo al mondo è talmente segreto che a mala pena si è certi della sua esistenza e, per entrarci, devi essere prima ammesso.

Ovviamente, nessuno è ammesso, a meno che non desideri fortemente entrarvi.
Ed è lì il problema. Come faccio a desiderare fortemente di entrarvi se non so cosa c'è dentro?
Va' a sapere.