Notte vagamente insonne

Notte vagamente insonne, qualche legittima ansietta, risveglio inaspettato ed autogestito prima del trillo della sveglia. Precisi come le proverbiali meccaniche elvetiche, ricominciano il segamento, il martellamento e l'inchiodamento attorno alla Casa che Muta. Apro un occhietto incerto, e intanto penso a quando avrà inizio l'altro grande concerto di qui, quello dei tagliaerba. Ancora non ce n'è traccia, ma sospetto che è solo una questione di tempo.

Dopo un mese passato a lavorare come se le vacanze fossero una creatura mitologica (non esiste, e se è esistita ora s'è estinta) siamo già stanchi e un poco svogliati. Siamo anche un po' più biologi, però, anche se lavoro e remunerazione oggi sembrano seguire due strade diverse. Mi pare persino che faccia più freddo, questa mattina. L'autunno è ancora parecchio lontano, ma di sicuro l'estate è finita.

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