Vaniloquio sul digitale

Lo ammetto, ci sono alcune tecnologie cui metà delle mie gesta più brillanti debbono tributare onori e allori. Se non ricordo dove ho messo qualcosa, ci pensa il Mac a ritrovarla per me. Se ho un impegno di lavoro o un compleanno, Mac e cellulari trillano, vibrano e zompettano precisi come orologi svizzeri e meticolosi come segretarie (sempre svizzere). Se non ricordo esattamente cosa ho letto e dove l'ho letto, posso scorrere visivamente all'indietro nel tempo tutto ciò che ho visto fino a ritrovarlo, e parimenti allo sciamano rievocatore d'anime, ho facoltà di recuperare monadi di canzoni o di foto, perdute e distrattamente gettate via.

Ed in tutta questa somma maraviglia, qualcuno mi spiega perché pure la macchina non mi vibra ogni cinque mila chilometri per il cambio d'olio? E perché il bollo, l'assicurazione, la revisione, il bollino blu, la manutenzione ordinaria e la manutenzione straordinaria non sono mai eventi sincronici, che poi ci scordiamo tutto? Tanto, gli appunti non servono (dimentico di guardarli), il computer non serve (non può mica contare i kilometri) ed ha fallito pure il metodo per delega (sono due mesi che ripeto mi ricordi di controllare l'olio, mo che scendiamo?).
Non c'è niente da fare: in un mondo sempre più digitale, la mia (mezza) macchina è e resta tristemente analogica.

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