Mentre alcuni di noi fanno acquisti folli, altri vengono convocati dall'Ordine (dei biologi, non della Fenice), e mentre alcuni di noi aspettano un bambino (in verità lo aspettiamo un po' tutti, da bravi simpatici simbionti quali siamo), altri fanno testa o croce col destino (e col profilattico) per vedere se la sorte è più convinta di loro; e così il tempo passa, tutto muta ma niente cambia veramente. Cagacazzi ed eterno indeciso ero da bambino, e cagacazzi ed eterno indeciso sono oggi, durante una partita ai Coloni di Catan in cui ho perso ignominiosamente, lamentandomi delle carte che non escono e tutto il resto. E al tavolo con noi, grandi e svezzati, c'era mio fratello che ci ostiniamo a chiamare Gnocco come quando era un pupetto, e che oramai ha vent'anni suonati e un altro po' si sposa. E' semplicemente un miracolo che si sia ancora noi stessi nonostante il lacerante evolversi delle cose.

E non saremmo qui se non fossero accadute un paio di botte di culo, qualche idea assurda, un po' di improvvisazione e innumerevoli, portentose scornate. Lo dico sempre: bastava che quel giorno a mia madre, mentre sbucciava le patate per la caponata, non fosse venuto in mente di dire "Perché non chiami Carlo" che la mia vita avrebbe preso una piega del tutto diversa, e di certo non m'avrebbe portato qui. Capite che roba? "Perché non chiami Carlo". Una frase innocente, senza effetto pratico e apparentemente innocua per chiunque. Tranne che per me. Per me, quel "Perché non chiami Carlo" ha avuto talmente tante conseguenze da lasciarmi senza fiato solo a pensarci. Come fa una cosa tanto piccola ad essere artefice di tanti destini? Eppure oggi non ci sarebbe questa casa, né il nuovo pianoforte, né i tanti nipoti ma neppure i simpatici simbionti; non ci sarebbe il lavoro che faccio, né la partita ai Coloni di Catan con Gnocco, né l'Ordine dei biologi, né tutto il resto.
La vita è enorme e si dipana per molte vie, certo, alcune oscure, altre di cui abbiamo (o crediamo d'avere) il controllo. Però ci sono alcuni punti chiave, alcuni budelli come crune di ago in cui tutto si stringe e passa a fatica, in cui non c'è la solita moltitudine di scelte, possibilità e mezzi, in cui si può agire o omettere d'agire. Punto. A volte si può solo dire sì o no, prendere o lasciare, dare retta ad una donna che ha un'idea improponibile mentre fa la caponata, o lasciare che il tempo segua il suo corso.
Può sembrare assurdo che uno dei momenti più importanti della mia vita sia stato benedetto dai semplici preparativi della cena e della mia più assoluta noncuranza. Ma è così che sono andate le cose, ed è così che mi piace siano andate.
Alla faccia della Teoria del Caos.

2 commenti...:

Anonimo ha detto...

E alla faccia di panterona vogliosa!

Anonimo ha detto...

E' dalle cose più semplici che nascono quelle più belle ...