Il richiamo del sole

Al primo, timido raggio di sole di fine febbraio corro a comprare i lime da affettare nella birra.
Al secondo più gagliardo, all'inizio di marzo, comincio a sfogliare distrattamente i cataloghi delle agenzie viaggio.
In questi giorni, tra aperitivi a base di Cuba libre e Piña Colada, sono intento a spulciare con insofferenza i voli per Koh Samui o Puerto Vallarta.
Attorno a me sono tutti molto tesi, sperano che mi passi, che non finisca come al solito. La dolce metà mi allontana con la forza dalle vetrine delle agenzie viaggi, mentre i Simpatici Simbionti ridono sonoramente (e nervosamente), lanciandosi occhiate che tradiscono malcelati timori.
Si vocifera di un altro weekend fuori, di agriturismi e amene località nostrane, nella speranza che ciò basti a sedarmi. Ma sanno benissimo che non mi basterà, e che potrebbe addirittura peggiorare le cose: se non ci sono palme e rum, non mi sazierà, e lo sanno.
L'altra sera ho come avuto l'impressione di un impercettibile cedimento; che, se avessi insistito ancora, avrei potuto convincerli.
E questo potrebbe essere stato il loro più tragico errore. Oh, se lo sarà.

2 commenti...:

Unknown ha detto...

Insisti Insisti.
io per contro sto mandando in giro esche ed ami "nipponici" e prima o poi qualcuno abboccherà. Ah!, se abboccherà.

aWilito ha detto...

Grande, Francè. Vedo che la pensi come me.
Sarà dura, ma ce la faremo :)

E grazie di essere passata,
aW