Ferie, auguri e altre carabattole

Ferie.

Feri-e.
Due morfemi tra i più rari della mia vita, oramai, il cui suono dimenticato ha il sapore del vin cotto e il profumo delle spezie esotiche.
Ferie.
Somiglia ad una parola elfica che presuppone percezioni e conoscenze al di là dell'umana comprensione: una sorta di alchimia tra un vaticinio ed un augurio bensperante, e implica distacco, vacuità e sospensione. Cioè tutto il contrario di lavoro, stress e scazzi quotidiani.
Con un'improvvisa virata, ultimamente le cose hanno preso una piega incredibilmente buona, e i presupposti per l'anno nuovo appaiono rosei. C'è ovviamente molto da fare, e almeno altrettanto da disfare, ma quando si è sereni, è tutta un'altra cosa.
E soprattutto quando si è in ferie.
F-erie.
Se lo dici con enfasi, ti sfrega le labbra come un lembo di vento intessuto e fa quasi il solletico all'anima. E vista la sonnacchiosa estasi che mi pervade dall'unghia dell'alluce alla punta dei capelli, è in questo preciso momento - momento di ferie, non mi stancherei mai di dirlo - che voglio fare gli auguri a tutti.
E ora scusate, ma quasi quasi mi riabiocco.

Buona vita,

aW

0 commenti...: