Fantacolloquio con la dolce metà (ovvero "nella doccia")

Io sono in grado di tenere una conversazione con la dolce metà in qualunque momento.
Anche sotto la doccia.
Anche in sua assenza.
La conoscenza reciproca è tanto profonda che senza difficoltà posso battibeccare, almanaccare, cincischiare, incazzarmi e perfino fare spettacolari battute da pisciarsi sotto dalle risate. Tutto come se ce l'avessi davanti.
Anche da solo, come ieri pomeriggio sotto la doccia.
Io e la dolce metà abbiamo virtualmente discusso sul programma della sarata; abbiamo scherzato e chiosato su cose e persone (leggi, abbiamo sparlato). Come un'autentica macchina da retorica, sapevo esattamente cosa opporre ad ogni sua argomentazione, rimostranza, dubbio o tentennamento.
Non c'era chiacchiera deliberativa, cazzata epidittica né sofismo à la Ghedinì che tenesse: le sapevo tutte.
Sempre nella mia testa, si intende, che era sempre sotto la doccia.
Ci ho messo un po' ad ottenere ragione, ma dopo uno scambio piuttosto animato l'ho infine avuta doma.
Quando è squillato il telefono -era la dolce metà, quella vera- l'ho mandata direttamente a fanculo per tutto lo stress e il tempo che mi ha fatto perdere.
Sempre in testa, sempre in doccia.
Dopo che le ho raccontato tutto, ridendo, mi fa vabbè, ma quindi che abbiamo deciso sotto la doccia? Così  almeno risparmio tempo.


Fa molto comodo una dolce metà dotata di senso pratico. E ancora di più una dolce metà che non si meraviglia più, qualunque sia il nuovo delirio che mi è preso.

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