Non c'è niente da fare

Non puoi sbagliare, se tuffi trofiette fresche in un freschissimo pesto siciliano fatto al momento col basilico appena colto, la ricottina biologica e l'olio di frantoio. E come fa a venire asciutto un generoso taglio di girello se lo cuoci né troppo né poco in tanto latte fresco, speziato appena di ginepro? Ristretto quel tanto che basta, ti fa un'amabile salsetta che se abusata dà assuefazione e fa cambiare parrocchia pure ai vegetariani.
E che dire dei delicatissimi involtini di melanzana gratinati e bagnati appena in un sughetto alla pizzaiola che fa della modestia la sua virtù? Con una cena così manca solo un bel Chianti riserva speciale ad irrorare il tutto, e la perfetta conclusione d'una preziosa millefoglie alla chantilly imperlata di gocce di cioccolata che non ho resistito e me ne sono fatto fuori un'altra fetta prima di andare a dormire manonditeloingiro.
Se poi a fare (quasi...) tutto c'è una dolce metà che per l'occasione ha pure riordinato la cucina, che vuoi di più? Sì, loro, amici eccezionali con cui condividere il desco (leggasi, scroccare). Gente meravigliosa e dotata di tripli filari di denti come i pescecani, in grado di scarnificarti la carcassa di un tavolo imbandito in meno di un'ora. Gente che mi conosce profondamente e che mi vuole bene, cui non potrei mai rinunciare.

La fregatura è il giorno dopo, allorché digestione laboriosa ed eccessi mi hanno ridotto alla reincarnazione di uno straccio, e ho solo trentun'anni. Figuriamoci a sessanta.

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