Cronache del sogno perverso

Questa mattina, il gorgoglio della sveglia mi ha strattonato come una lunghissima mano, e tirato fuori dal sogno del cazzo che si era impossessato della mia mente.
Ero, coi miei genitori che in quel preciso istante erano altrove e con cui non mi sono mai spinto oltre i confini del regno di Bari, da qualche parte in Oriente, all'interno d'un negozietto particolarmente rifornito nella zona dei mercati e del commercio. Quel posto vendeva di tutto, dai liquori ai costumi da bagno, dalle specialità locali a quelle internazionali; mi soffermo nel piccolo reparto delle pubblicazioni, tutte in inglese e costituite per lo più da fumetti e quotidiani. Là, faccio una scoperta avvincente: Lupo Alberto è stato tradotto nella lingua di Shakespeare, vale a dire Jerry & Jimdo. Credo che l'ultimo nome si riferisca alla talpa, ma non lo so perché alla fine non comprerò nulla. Quanto costerà mai, gongolo, una leccornia siffatta in un posto del genere? Leggo sul retro, a matita, sette virgola venti fetacchioni (nome della valuta di qualunque luogo al mondo, che ci evita di tenere in punta di lingua nomi assurdi come Nakfa, Satang o Lempira), praticamente un affare.
Poi, grazie ad un solerte quanto invadente scassaballe di commesso (che poi è pure il figlio della padrona del locale, cariatide parruccona perennemente ringraziante-annuente-sorridente), scopro che in realtà -e per mia comodità- il prezzo è da intendersi in Euro, cioè l'equivalente di una sontuosa cena per due a base di pesce fresco e crostacei. Ecchè, faccio io, siamo matti? Li compro in Italia, risparmio. Ma a nulla valgono le mie rimostranze, e alla fine mi mette in mano una bustina con qualcosa come quattro libretti. Rintraccio i miei, spiego loro l'accaduto e mentre lo faccio, un ragazzino tenta di strapparmene uno dalle mani per vederlo da vicino. Hai voglia a spiegare a lui e alla madre che non volevo si rischiasse di rovinarli, anche perché altrimenti me li avrebbero fatti pagare.
Infine, il trillo celesto gargarismo d'angelo peto divino della sveglia.

Ancora in questo momento, sto con l'ansia di rimettere a posto quei cavolo di fumetti: tanto vario e multiforme è il rincoglionimento senile da trentenne.

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