Ciò che non ho pubblicato e perché

E' da stanotte che mi arrovello su cosa avrei scritto oggi, eppure non sono arrivato a nessuna conclusione perseguibile. E allora, pubblico ciò che non volevo pubblicare.

  • Oggi mi girano le palle. Semplice, minimalista e va dritta al segno. Accantonata perché inutilmente volgare e poco esplicativa del turbine di sentimenti che mi attraversano.
  • Avrei voluto intavolare un dialogo con l'italiano medio, il mio acerrimo nemico, e metterne in luce qualche contraddizione. Magari, sarei riuscito anche a capire perché continua a farsi del male in questo modo, ma poi ho pensato che, conoscendomi, sarei finito sul volgare. E comunque, il Sig. Italiano medio non si è neppure presentato alla convocazione: rientrava tra quel terzo di italiani geni che credono di inviare potenti segnali di cambiamento standosene seduti sulla poltrona con le palle all'aria.
  • Volevo comporre un gioco di parole che ricordasse l'ardita metafora con cui il Presidente del Consiglio ha dato del coglione agli italiani che non lo votano. Ma era volgare, e non volevo abbassarmi al livello di una parte preponderante della politica nostrana. Anche se, a quanto pare, con questo becerume ci si vince le elezioni.
Insomma, gira che ti rigira, mi vengono in mente solo volgarità e parolacce, quindi tanto vale lasciar perdere. A volte vorrei proprio essere un'entità superna con infinito tempo a disposizione e infinita memoria, per poter chiedere a ognuno degli italiani che cazzo gli passa esattamente per la testa e comprendere i grandi flussi della storia. Di solito accade alle elezioni, ma più spesso quando sono imbottigliato nel traffico.

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