La poesia dell'Inuktitut

Prima una fantasia m'ha imbrigliato i pensieri per un attimo.
Per un secondo soltanto ho immaginato d'essere un inuq e ho visto nevi perenni e erbe tra le più verdi, e bagni nudi nell'acqua gelida e attese stemperate nel caldo odore del grasso di foca. Ricordo ancora i baffi di mio padre e la schiena di mia madre, china sulle faccende. Entrambi benevoli, entrambi finzioni. C'era un verbo, tikitpok, che mi tormentava, il cui significato è qualcosa a metà tra: aspettare che il tempo faccia il suo corso e tornare da un posto molto lontano.
Può essere molto poetico, l'inuktitut.

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