La donna grassa, dagli occhi come il burro

La donna grassa, dagli occhi come il burro, attendeva da settimane la conferma della morte del marito. Si trattava di una lettera, o d'una telefonata da quelli del governo. Tanto, pensava, difficilmente si sbagliano e seppure fosse, ciò non spiegava perché il marito non fosse ancora tornato.
Ci rimuginava continuamente, e l'idea dell'incapacità di conoscere la verità la schiacciava più della verità stessa, a prescindere da quale fosse, poi, questa verità.
Aveva in mente di suicidarsi, e da parecchio. Aspettava solo la scintilla dell'innesco, il sassolino che da origine alla valanga; da una parte lei, dall'altra la coscienza, ed infine il marito - il comburente al proprio personalissimo rogo. Non poteva sopportare di giacere immobile nel letto nell'attesa d'un'annuncio che qualcuno aveva dimenticato di fare, così una sera si guardò intorno, vide lo sfacelo in cui versava casa, l'abbandono e lo sporco che erano tutt'intorno a lei, e prese piuttosto una decisione.
Si sollevò pesantemente, riesumò i vestiti buoni tormentati da naftalina e agonia di tarme e li buttò in valigia; ruppe il vaso che conteneva tutti i risparmi d'una vita e chiamò un taxi, con voce un po' tremante ma tanto inaspettatamente viva, possibilista.
Lasciò lo squallore e partì per Caracas, quella notte stessa, senza alcuna premeditazione nè piani. Pensava solo a ciò che era necessario fare di volta in volta, o poco più di questo.
Il mattino successivo qualcuno suonò il campanello della casa, ma nessuno era lì ad aprire la porta.

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