Il nano da giardino

Il nano da giardino odia i nani come lui. Ma siccome non può dirlo altrimenti lo additano come un misonannista di merda, allora fa finta di tollerare gli altri suoi compagni.
Ma li odia, ah se li odia. Stamattina si lagnava del nano di terraccotta. Aveva da rimbrottare su tutti, ma soprattutto ce l'avevo col nano di terracotta. Diceva è un puttaniere perché se la fa con la puffetta di policarbonato espanso. Che poi, dico io, un puffo è un puffo, non è un nano. Si, è piccolo e ridicolo. Ma non è un nano. Perché non tiene il pisello, ecco perché non è un nano, e noi nani - modestamente - teniamo una nerchia che non facciamo i film porno solo perché la gente è razzista. E che dire del nano della Disney, quel ruffiano, checchissimo cucciolo? Che sta là solo perché tirava certi felloni da sotto la scrivania all'amico Walt. E queste cose non le dicono mai, alla tv, quelli di GeoPieroAlbertoPaone, brutti comunisti venduti servi della gleba.
E poi, quell'altro, là, il putto di gesso. Non è nemmeno un nano e l'hanno piazzato in mezzo ai geranei. Se ci stavo io, ci pisciavo tutti i giorni di nascosto su quei geranei del cavolo che gli dichiarerei guerra domani.
Ai geranei e alle oloturie. Va bene? Non ne ho mai vista una. Non so neanche che cazzo sia, una oloturia, ma la odio perché con un nome così del cicisbeo deve essere per forza una scassaghiande.
Ma più di tutti, mi sta sulle ghiande quello gnomo del mango con la torcia da minatore in mano e due labbra da professionista nel settore dei succhioni boraciferi. Se il mondo fosse giusto, ora starebbe sotto una montagna di sterco in mezzo ai rovi e calpestato da una mandria di animali orrendi e pieni di cose acuminate. Ecco dove starebbe.


Per un nano così, un giardino è sempre troppo, troppo stretto.

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