Il sognatore vagabondo

Il sognatore vagabondo vive nell'eterna partenza, quella che ha un inizio e nessuna fine, e si muove di commiato in commiato, di abbandono in abbandono. Non torna mai da nessun luogo, né fa mai ritorno a casa; piuttosto, sta sempre per lasciare un luogo accogliente e fin troppo vissuto. E porta una corona di pensieri densi e felici che però sono già quasi ricordi, e pesano un po' troppo. E' sempre sul punto di salutare chi ama, di lanciare l'ultima occhiata, quella che giura di non tralasciare nessun particolare, e sempre ha un po' timore di ciò che lo aspetta. Perché ad aspettarlo, a ben vedere, c'è il ritorno al passato meno prossimo, che spesso è anche meno interessante.
Il sognatore vagabondo ha l'impressione che il peso di ciò che lascia sia superiore a quel che trova, e che non valga quasi la pena d'aprirgli le braccia; eppure lo fa e aspetta. Aspetta che una nuova partenza lo tormenti ancora, e allora sogna d'addormentarsi e svegliarsi con le valigie in mano, drogato dal futuro e dalla speranza, in attesa di qualche cosa che deve essere creata. E invece, è lì che difende recalcitrante qualcosa che il tempo lentamente demolirà.
Ma forse, la verità è che persino il restare fermo lì gli fa un poco paura.

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