SuperFrollo ovvero racconto penoso e fortemente autobiografico, per chi lo sa

Il mio personalissimo eroe di fiducia si chiama SuperFrollo, detto così perché un po' pingue e dotato di carni - e coscienza - molli.
Sponsor ufficiale delle sue eroiche gesta, Pasta Frolla Semilavorata Surgelata di Nonna Raspa (95% strutto), chiamata così (la nonna, non la frolla) per le doti di pungente e grattante ironia, o forse perchè un po' sgualdrina; non si seppe mai.
Il suddetto eroe era stato invocato per compiere una impresa sottile, delicata, addirittura ombrosa. Avrebbe dovuto nascondere la mia identità al mondo intero, celare i lineamenti, dissimulare i pensieri,  depistare gli inseguitori, offuscare ogni indizio, insabbiare qualunque traccia, secretare ogni collegamento.
Ricordo ancora il giorno in cui lo ingaggiai, gli dissi "SuperFrollo, ho bisogno di te".
Poi un po' meno solennemente aggiunsi "in verità preferirei chiunque altro, ma tu sei tutta la mia dotazione standard di intelligence, e mi devo accontentare."
Arricciò stizzito il naso, ma non replicò.
"Vedi, sono inseguito."
"E da chi?"
"Questo non è importante. Tanto gli inseguitori non sanno ancora di essere sulle mie tracce."
"Non capisco" fece col dito appeso al labbro.
Sbruffai "non mi meraviglia affatto, mio pavido amico. Ovviamente costoro non sanno nulla di me e dei miei affari, per così dire, sotterranei. Ma alla prima mossa falsa, diventeranno miei delatori e non si daranno pace finché non mi avranno smascherato e colle spalle al muro."
"Ma come fanno a tallonarti se non sanno neppure di cercarti -" ebbe l'ardire di controbattere.
"SuperFrollo", dissi con tono esasperato ed autoritario "Ti ricordo che sei pagato per eseguire i miei ordini, non per fare domande. Quindi ora sparisci e cerca di coprirmi, ma che dico coprirmi, di rendermi invisibile."
"E non farti sgamare." sospirai affatto convinto.
Dopo neppure un giorno un uccellino mi fece "Sta' molto attento. Ti stai esponendo." e si fiondò a frugarmi nel frigo, come da sua abitudine.
Un mese dopo, invece, mi arrivò la prima lettera minatoria: "So chi sei. Manterrò il segreto, per ora. Ma ti ho in pugno." Risposi come si conviene in queste occasioni "Mi hai scoperto. Ora devi morire".
Ieri notte, infine, ho dovuto capitolare. Ho capito due cose.
Non puoi essere invisibile quando sei inconsciamente in cerca di notorietà.
E soprattutto, non puoi vincere quando sei a comando d'un servizio segreto penoso come il mio.
Ad ogni buon conto non ho licenziato SuperFrollo: è pur sempre una parte di me e ci sono affezionato.
Quanto ai piani che tentavo di mantenere segreti, sono questi stessi che state leggendo. E la vergogna che provo ad essere letto da chi mi conosce bene è sintomo soltanto della smisurata, bramatissima, impudicizia dei miei racconti. E comunque, peggio di così non potrebbe andare.

4 commenti...:

Anonimo ha detto...

non awillirti, i racconti sono assai meritevoli e questo teatro ombroso e fresco mi piace assa'...
spero di non dare fastidio se mi accomodo in silenzio, su in galleria, e sbircio di sotto quel che accade sul palco.

Rossella Rasulo ha detto...

Te l'avevo detto che scriveva bene, no?

Mi piace tanto leggerti Tesò...

aWilito ha detto...

Basta che non fai come qualcuno che mi fa trovare sempre le briciole sulle poltrone :P

Anonimo ha detto...

Aho! E io gliel'ho detto a G. di non magnà in platea!
L'hai voluto e mò te lo tieni.

P.S: Comunque l'indizio era davvero trascurabile e difficile da beccare, si si.
Ricerca con google, prima pagine quinto (o sesto) link, ben 10 sec della mia preziosa vita.