L'amalgama scomposta

Il Pingue Professore di Botanica, rosso in volto e sudaticcio, si massaggiava alternativa la gran panzona e i cordoli di ciccia sotto al collo, forse perché la camicia lo opprimeva da sopra e da sotto. Non usava gelatina sui capelli, e nonostante ciò gli scendevano sugnosi e collosi come spaghetti di soia piccanti. Quando non si toccava o ravanava nella cavità del suo corpo, attingeva a piene mani da ciotoline di patatine e anacardi con ritmi che rasentano quelli della respirazione. Accanto a lui, la Donna Psicocentrica somigliava ad una contraddizione ridotta ai minimi termini, o a uno scherzo di pessimo gusto: piccola, emaciata, con la fronte quadrata a ventisette pollici, e il mascellone volitivo dall'indole ippica incastonato dentro un caschetto di capelli intagliati nel mogano. Tra di loro, presente assente, l'Amico Qualunque; parla, ride, scherza, osserva, commenta e battibecca su qualunque argomento, ma fa tutto da solo. A vederlo da lontano sembra il re della conversazione  a quel tavolo, ma in realtà non si rivolge a nessuno nello specifico: neppure a sé stesso.
Infine, stretto tra il Pingue Professore e l'Amico Qualunque, ci sono io, con la mente rarefatta e sul punto di diventare uno dei miei personaggi. Mi sento un po' fuori luogo e, soprattutto, ho l'impressione che l'amalgama non tenga, come se avessi mescolato olio, sabbia e sassi in un bicchiere di latte. Sì, stanno insieme, e il latte mi piace, ma non puoi dire che siano un ensamble.
Ecco, io in quell'impiastro di cocktail sono il tocco finale: una fetta di limone andata a male.

2 commenti...:

Francesca ha detto...

Pessima serata?

aWilito ha detto...

No no,tutt'altro. Sono stato molto bene e ho anche rivisto una cara amica che mancava da troppo tempo nelle nostre serate romane.
Ho voluto solo descrivere una strana sensazione che ho avuto durante un particolare momento, e questo mi sembrava fosse il miglior modo per farla provare di persona a chi mi legge.
Spero che quanto scritto non venga travisato, ma d'altro canto non sarebbe la prima volta. Bah.

aW
(e grazie di essere passata)