EXPLICIT!
post ad alto contenuto erotico ma pregiatissimo contenuto didascalico.

L'orgia inizia



Il voyeur e il primo tentativo di montaggio della Magna Vetusta



La Magna Vetusta non ci sta e fugge...



Lui, allora, circumnaviga la Magna Vetusta e ci prova dall'altra parte



Ancora un nulla di fatto, per il tartarughino. Ma s'è tanto divertito




Certo che non è semplice la vita di un giovane e testosteronico tartarughino.
Non con tutto quel carapace appresso.

Chi resta e chi va - e io vado -

Sto per andare là dove dicono kalì nifta, per dire buona notte.
Già l'adoro.

Il mio nonno idralcolico

Mio nonno è tarchiatello e buono, di quelli che non danno fastidio manco alle mosche, al massimo a scazzupoli, gronchi, sarpe e cefalotti. Non fuma e consuma pochissimo: con un litro va avanti tutta la sera dalle guerre puniche fino a quando faceva il maresciallo sull'Andrea Doria, con brevi cenni alla Grande Guerra - ma che ne vuoi sapere tu, che io in Germania ho mangiato le bucce di patana - e sprazzi di un'epoca in cui non servivano tv, cabarè e subrèt: le cose facevano ridere per come erano, naturalmente e senza aromi artificiali strani.
La sua più grande peculiarità - e probabile origine della mia certa apotropaicità verso che mi ama - è che a Saltacavallo porta sfiga a chi gli sta sulla destra. Poche chiacchiere, è certificato e riconosciuto dagli organismi scientifici internazionali; una volta Piero Angela ci ha fatto un numero speciale di Quark, quello sull'occulto, andatelo a vedere. Se ti metti subito dopo di lui è matematico che il nonno ti passa l'asso e quello dopo di te ha il dieci, così che l'asso te lo tieni e paghi.
Magari non sei l'unico a pagare, ma paghi comunque. Ed esci dopo tre, quattro turni al massimo. Noi, che siamo bastardi e lo sappiamo, a Natale invitiamo sempre qualcuno nuovo e lo schiaffiamo lì in onore all'ospite. Bugiardi e infingardi come le pubblicità delle marmottine con le ali che si sciolgono nella gola e anche nel naso e poi caghi che è una bellezza.
Ieri, però, mio nonno è finito in ospedale, per la seconda volta in poco tempo e stupidamente.
Lui dice che sta bene. Lo diceva ieri nel cubicolo, lo ripeteva anche la sera prima, tenendosi le braccia che tremavano per l'insufficienza respiratoria - vedi? sto già meglio, non tremo più - e mia madre, sarcastica, che lo rimbrottava papà per le braccia abbiamo risolto, ma le gambe come le fermiamo?
Risultato, mascherina dell'ossigeno e antibiotici. Che se ci andava con le gambine sue una settimana fa, dal medico, ora aveva finito la curetta e stava in panciolle a pescare nei tre metri abbondanti di spiaggia libera a Santa Marinella.
Ieri, mentre gettavo lo sguardo alla sua ricerca tra salette anguste, capezzali di moribondi e fantasmi coperti di pelle, l'ho scovato che stava in fondo al corridoio con la gamba piegata sulla panca per allacciarsi meglio i sandali. Non sembrava un malato al sanatorio, pareva Reinhold Messner che faceva stretching prima di arrampirasi sul K2. Nonno, ma che ci fai qua? Tu non c'azzecchi niente, gli ripetevo, mentre non potevo far a meno di notare la grande tristezza che lo circondava e che non lo intaccava minimamente.
Mi riposo un po', dice lui. Fà le parole crociate, si scambia le malattie coi vicini tipo figurine, fà un po' di dieta che non ci sta mai male: lui non sta in ospedale, sta in clinica di bellezza e Bressanone.
Ha avuto fortuna tutte e due le volte, mio nonno. Ma parecchio di questa fortuna se l'è procurata da solo. Ha creato uno stuolo di persone così tanto affiatate e così tanto innamorate di lui, che non avrebbe quasi bisogno di preoccuparsi di sé stesso.
E quando il medico gli ordina di bere al massimo un bicchiere al giorno, io gliene vorrei offrire subito due, perché a una certa età la verità è che ci meriteremmo tutto.
E fà un certo effetto sapere che mio nonno, all'ospedale, sta meglio di tanti altri fuori.
Mio nonno ha ottantasei anni suonati, e stasera, quando stappate il vermentino per accompagnare l'orata, fate un brindisi alla sua salute. Se lo merita tutto.

Il post segreto

In questo post avrei scritto qualcosa di inconsueto e totalmente diverso dal solito. Anzi, l'ho fatto, solo che non posso pubblicarlo altrimenti qualcuno verrebbe a sapere qualcosa che non dovrebbe sapere. O magari potrebbe intuirla, ma non è l'intuito il suo forte. Io però zitto e mosca, non parlo, no che non parlo. Ci sarebbe stato un contenuto inaspettato e inusitato per questo blog, introvabile su Internet, che sicuramente più di qualcuno avrebbe apprezzato. Non posso dire chi potrebbe apprezzarlo, se no poi si intuisce e siamo punto a capo.
Vorrei soltanto rassicurare il fidato pubblico che arriverà, eccome se arriverà, solo che non posso dire neppure quando arriverà (sebbene una data precisa esista) perché se dicessi quando ho intenzione di pubblicarlo, anche da questo si potrebbe ravvedere qualche (notevole) indizio, e lungi da me dire più del necessario.
Anzi, detta inter nos, ho già detto pure troppo.

La tartaruga della signora di sotto

In questo preciso momento, nel giardino della signora di sotto, un piccolo e audace tartarughino cerca a tutti i costi di incaprettarsi una tartarugona vetera dall'aria centenaria che non vuole saperne di sottomettersi. Lei si sposta di qua e di là ritmicamente per allontanarlo e lui, altrettanto ritmicamente, nuota sulla sua groppa, col cuore che gli scoppia ed il carapace che rovina continuamente dabbasso. E' talmente concentrato nell'impresa che riesco a sentirne da quassù gli sfiati esasperati, simili a quei giocarelli di pupi che si strizzano e producono quelle loffiette spompate.
Ora ha cambiato e tenta di dominare quella più piccola. Magari non riuscirà neppure in questa impresa, però di sicuro si sarà divertito un mondo.
C'è più vita nel giardino di quella signora che dentro casa sua.

Buon Compleanno aW

Non me ne ero neanche accorto, ma già da un mese è passato il primo compleanno di aWilito.blog.
Nacqui in una notte buia e tempestosa, che cel'avevo col mondo ma più di tutti con me stesso.
Nel tentativo di fare (senza complemento oggetto. Fare e basta. Qualunque cosa, purché facessi qualcosa) - dicevo - nel tentativo di fare, non mi ero reso conto di quanto avessi deviato dalle mie esperienze ed esigenze, dalle mie passioni, dalle mie personali velleità: avevo chiuso in cassaforte il moderato guazzabuglio che ho dentro e, soprattutto, non ci stavo capendo una beneamata della mia vita. Di certo, sapevo che le scelte fatte sino ad allora erano per lo più sbagliate.
In qualche caso, tragicamente sbagliate.
Poi un bel giorno è nato aW, e tutto è cambiato. Ho detto: adesso cerco di lavorare e, d'improvviso, ero sempre pieno di lavoro; ho detto: voglio scrivere, e scrivo. Ho detto altre cento cose per me, per la mia famiglia e per i miei amici, e tutto si è semplicemente aggiustato. Per me e per tutti gli altri. Allora ho avuto la conferma di quanto ho sempre sospettato: io sono apotropaico per chi mi vuole bene, porto fortuna a chi mi ama. Ma io avevo smesso di volermi bene.
Lo so, è difficile da digerire ma tant'è.
In principio tutto era cominciato col buio di un palcoscenico scarsamente illuminato, file infinite di spalti vuoti avviluppate dall'oscurità e un presentatore tv pazzo. Oggi, quel teatro è piccolo ma stabile, e soprattutto non potrei mai farne a meno.
Buon compleanno, aW. Anche se un po' in ritardo.

La signora di sotto, quella col giardino

La signora di sotto, quella col giardino, è pazza o semplicemente infelice.
Quando il marito era in vita, erano entrambi la gioia dell'egittologo: lei, braccia incrociate all'ombra del melo, sdraiata come la salma di Iside; lui, una mummia nel giardino, stessa andamento e stessa vocazione, a raccogliere foglie, stanare lumache e strappare erbacce.
Oggi il marito non c'è, e non c'è già da qualche anno. Lei era appassita come i fiori di miscanto dopo una settimana di siccità e non pareva più viva. Cioè, era più morta che prima, povera donna.
Ma adesso è tutto cambiato. Da qualche tempo, ha preso l'abitudine di venire con un drappello al seguito: il fratello, vice-mummia ufficiale, il figlio, addetto alle foglie caduche e la vicina di casa, devota matrona di mezz'età, di quelle signore nate già cinquantenni e con il mocio in mano.
Tutte vittime, complici o artefici, non lo sapremo mai.
In questo momento, mentre la meno vecchia idrata i pavimenti del salone, gli altri raccolgono foglie, stanano lumache e strappano erbacce. Di nuovo. Ma stavolta sotto la diretta dirigenza della vedova.
Tentano di accendere il monumento al tagliaerbe del dopoguerra, modello grass-o-matic 2000, per rasare e conciare i due metri quadri di erbetta secca e rada del giardino. Frastuono di tuono, puzza di nafta e la signora, meticolosissima ingegnera, che indica i punti più insidiosi, dove uno o due steli partigiani si rifiutano di piegarsi.
E a quel frastuono insopportabile, tra quei fumi fetenti, la signora di sotto ride.
E' la prima volta che la vedo ridere.

L'anatema fraterno

Aldo e Tinuzza, fratello e sorella. Padre e madre, insopportabili da vicino, devoti da lontano. Il loro litigio è quello di tutto il mondo intero.
Eh, no! ora hai esagerato proprio! Non ti voglio più vedere, mai più, finché campo! Anzi, al tuo funerale non ci vengo!, gli fa lui.
Lei, stizzita e cazzuta, risponde: Io invece al tuo ci vengo eccome!
Oggi Aldo è morto, Tinuzza invece sta benone. La loro storia era mia e, ora, di chiunque desidera conoscerla.
Tra l'altro, si volevano un gran bene quei due.

aW

aW

Se Lunedì

Se Lunedì Wilito non torna, vuol dire che si è schiantato su qualche roccia in mezzo alla cascata delle Marmore.