Alla faccia del tatto della Gelmini

Lasciamo perdere la totale inopportunità e l'indelicatezza del commento (chissà perché continuo a credere che un ministro di questo governo d'urlatori e pestatori di piedi possa serbare sentimenti di rispetto verso gli altri, ma vabbè).
Lasciamo stare il fatto che anche la Gelmini, in quanto donna, avrebbe avuto almeno per una volta uno straccio d'alibi per stare dalla parte meno impopolare.
Ma dare delle radical chic alle milioni di donne italiane incazzate nere per il machismo imperante ed elevato a canone estetico del suo mentore/padrone non è stato un gesto propriamente diplomatico, né intelligente.
Ma questa tizia non ha paura di uscire di casa, la mattina? Seriamente, dico. Passino i milioni di studenti inferociti, ma se al novero si aggiungono pure le loro mamme diventa un casino.
E poi, una parola per l'On. Sgarbi, il capo-urlatore originale, quello a cui i Belpietro e i La Russa si sono ispirati, lui che invoca una manifestazione di "donne e amanti di Silvio" (cazzo, mi sa che facciamo un altro milione pure là, in piazza).
Sappia, l'Onorevole, che noialtri mica ce l'abbiamo con tutte le donne che vanno ad Arcore. Per esempio, abbiamo compassione per le addette alle pulizie e le cuoche.
No, noi cel'abbiamo proprio con le troie (se minorenni, anche coi loro genitori senza spina dorsale), quelle che per una notte orgiastica poi finiscono alla Regione o in parlamento.
Mica per niente, perché i soldi li cacciamo noi.

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