Alcuni di loro sono vuoti come putti di gesso: c'è più anima in una fagiolina del Trasimeno che in tutte le fibre del loro corpo. Servi per vocazione e proni per scelta, non servono a nulla che abbia un significato importante. Anzi, nella loro visione delle cose solitamente elevano a Storia ogni rigurgito della propria patetica esistenza: e come fai a sopportarne la mediocrità ed il lassismo quando se la sono cercata? E come fai a perdonarli se sono pure spocchiosi?
Ma la colpa più grande di tutte è probabilmente la loro insussistenza; nascono come pedine segnaposto su di uno scacchiere infinitamente più grande di loro e che ignorano. Sono masse di bellissimi gingilli di vetro intercambiabili e privi di vero amor proprio. Non è soltanto ignoranza e abbrutimento che li ha contagiati, è proprio che sono convinti di fare a sufficienza ovunque sia necessario.
Ma il vero imbroglio è quando qualcuno meno narcotizzato di loro si accorge di come funzionano le cose e se ne serve per il proprio tornaconto. Dispone di quei poveretti come meglio crede, e non soltanto ne sono contenti, ma lo rivendicano pure.
E allora ci vuole così tanto coraggio per rubarli all'orbita del nulla in cui gravitano, che a noialtri passa la voglia, per non dire l'entusiasmo.
Mica uno è eroe, solo perché ci vede meglio di un altro.
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