Se guarda, non vede nulla

Se guarda, non vede nulla. Gli occhi sono acquosi e assenti, fissi verso un punto di fuga che non sta in questo mondo. E' là, che si interroga sull'esserci e sulla vita: il più incalcolabile dei privilegi e, al contempo, la più grossa fregatura dell'universo.
Non sei ancora neppure fuori dalla placenta, e hai già lasciato la lettera di dimissioni firmata sulla scrivania di Dio. Se non fosse per il conflitto d'interessi (lui fa le leggi, lui giudica), gli si potrebbe far causa, o no?
E invece sta là dentro, chiusa in un posto scuro e vuoto a contemplare il resto del mondo attorno che ruota e cambia e il vociare e tutto il resto. Non vede nulla, è stato detto, ma forse vede semplicemente altro.
Potessi aiutarti, potessimo tutti aiutarti. E' il cruccio che mi tormenta.
Certe volte, però, si può solo accettare compassatamente le cose che accadono; si può piangere, maledire ed imprecare. Ma come fai a meravigliarti che il sole muore ogni sera?
Non vede nulla, l'hanno già detto e ridetto.
Ma per quel che serve, per quel poco che posso, te lo prometto: domani sarò io a vedere per te.
Sembra poco, lo so, ma per qualcuno è tutto ciò che resta.