Il Risiko del destino

Mentre l'una sistemava frotte di carri armati sul fronte sudeuropeo per prepararsi alla breccia nei confini africani, il Kamchatka con due spuzzolosissimi attacchi depauperava l'avversario del possesso del continente intero. Poco male, pensano le armate nere della morte (non sapendo che in realtà di lì a poco sarebbero divenute le armate nere della sfiga), con un rinforzino e lo spostamento di fine turno, più le carte da cambiare, l'America del Nord cederà. E se non cede, c'è l'America del Sud che deve fare qualcosa anche a Nord, se non vuole che l'Africa le faccia un tarallo tanto.
Un equilibrio tra i più sottili sta per essere infranto dal semplice lancio dei dadi, trasfigurati per l'occasione nel deus ex machina dei destini del Risiko: e così, un terzetto di dadi azzurri sancirà la vittoria e la sconfitta, distribuirà allori o disonore. E non c'è nessuno che possa o voglia ribellarsi, stregato dal caso e dalla strategia.
Poi arriva quello stronzo di Gino che inciampa e sbraca tutto il tabellone.
A volte, per essere dei grandi strateghi, occorre guardare molto al di là del tabellone da gioco.

2 commenti...:

Giulia ha detto...

A.A.A. giocatori di Risiko cercasi. Offresi casa con tavolo a sei posti (eventualmente allungabile ma in quel caso munirsi di sedie), rinfresco carnivoro e/o vegetariano, sala intrattenimento bambini con il palo e le corde per giocare agli indiani, ampio assortimento di musica da guerra a seconda delle necessità e posto auto.
Astenersi perditempo.

aWilito ha detto...

Una partita a risiko non si disdegna MAI.
E neanche una a catan o a bang!, quando capita... :D

aW