Strigliando la Casa che muta

La Casa che muta s'è abituata male.
Dopo un paio di settimane per me particolarmente tribolate in cui è stata totalmente lasciata a sé stessa, oggi abbiamo deciso che era tempo di darle una bella strigliata. Pelo, contropelo, vapore e brillantante.
Dopotutto, se la si lascia fare è capace di lordarsi in ogni modo possibile e qualcuno pure impossibile; diventerebbe una fogna, fosse per lei, ed il bello è che sospettiamo le piaccia.
Così, mentre frigna che l'aspirapolvere le fa il solletico ai pavimenti e che l'ammoniaca puzza, noi soffriamo due volte. Una per la fatica, l'altra per il piagnisteo.
Ora il pianoforte a coda è di nuovo fulgido monumento alla musica, e nel bagno aleggia una sottile melodia causata dalla risonanza dei sanitari col Padreterno stesso; le tende, non più soffocate dalla polvere, tornano a respirare e si gonfiano al vento come rande, il frigo, invece, profuma nuovamente di Jaracanda, frutti agrumosi e pane.
La Casa che muta è un'insopportabile scassacavoli, ma sottosotto le vogliamo un gran bene, soprattutto ora che è tutta pulita.

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