Re Osilvio Primo

Re Osilvio Primo non era affatto contento della plancia di controllo installata nella sua camera da letto, né della ultime decisioni prese in materia di sicurezza. Trovava troppo scomodo dover alzarsi dal letto per dare un ordine, o essere costretto a urlare alla stanza accanto per farsi sentire dai presidenti di partito. Se la scienza non fosse stata tutta evidentemente schierata e di sinistra, pensava, avrebbe inventato qualcosa di utile, tipo gli elettrodi nel cervello che uno pensa un decreto e dopo dieci minuti gli eserciti sono già nelle città e nelle scuole a farlo rispettare. Si, nelle scuole, soprattutto nelle scuole, che erano oramai ridotte a covi legalizzati di sovversivi drogati e bamboccioni.
E poi, più di tutto lo infastidiva quella carcassa putrescente di democrazia eversiva, strumentalizzata e comunista che teneva nel cesso: lì, infatti, aveva schiaffato i magistrati bolscevichi e scassaballe, non sapendo dove altro metterli. Avesse potuto, li avrebbe eliminati tout court, ma poi bisognava rifare la costituzione da capo e ci aveva già messo le mani così tante volte che si era rotto le palle.
Re Osilvio Primo era uno dai modi spicci, che malsopportava le attese ingiustificate e le lungaggini immotivate. Schioccodita, scattare, eseguire! Altroché.
Tra i convincimenti di Re Osivlio Primo, infatti, c'era la pervicace sicurezza che anche solo parlare fosse un inutile spreco di tempo.
Inquietante, no?

1 commenti...:

Anonimo ha detto...

Meglio re Osilvio che giullare faccia-di-culo WalterMerd!