Il conte rotondo e madonna imbalsamata

Il conte rotondo era detto così principalmente perché era grasso a parco, ma anche perché non arrivava mai alla conclusione dei suoi affari, anzi amava girarci attorno per almeno tre o quattromila anni. Sua moglie, detta madonna imbalsamata ma realmente nomata Alma, era invece nota per l'ineguagliata rigidità: andatura biascicata e arrugginita, da geisha sgraziata, mai una paglia fuori posto, mai una calza bucata, praticamente e perennemente impeccabile. Era un esempio di mummia perfettamente conservata di donna manager anni '50.
Madonna imbalsamata - Alma - aveva capelli un tempo certamente lisci e oggi scolpiti nella cheratina, indossa sempre un tailleurino violetto smorto con un pellicciotto di ermellino che non contribuisce certo a svecchiarla, anzi, se possibile le conferisce un aspetto ancora più polveroso e tarmato.
Non essendo i due in grado di tenere in mano una penna (se ci provano, gli si sgretolano le mani come fossero di argilla egiziana), erano costretti ad affidare controvoglia affari e contabilità ad una donna emaciata, biancherrima e scarna, che lavorava per loro. Una volta, questa donna dai capelli corvini che cadono morti a filo a piombo (e coprono un poco le occhiaie nerastre) mi disse arcigna che il suo lavoro era impegnativo e che ci voleva ben altro che il mio bonheur per portare avanti la sua baracca.
Gli risposi che io, la sua baracca e con licenza parlando, col cazzo che me la volevo portare avanti.
Oggi lei non lavora più per loro - è stata licenziata - mentre io non ho mai lavorato per loro.
Ma non sempre si è fortunati come me.

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