Delirio da genetliaco

Che il grano frema d'amore e si faccia farina da sé, sugli sconfinati campi di Tàlassa. Che le galline, contro le leggi del peso e della consuetudine, volino in stormi di centinaia e bombardino uova grasse e rosse come arance. Che tutte le api del mondo accorrano e che in un ciclone di pungente dolcezza stiano a vorticare, a cagare miele, a inebriare di polline prezioso ogni centimetro delle terre di Tàlassa. Siano convocati gli ultimi giganti nascosti fra le montagne affinché impastino la natura, e che il sole brilli gagliardo per me, facendo mille anni di luce in una sola ora.

Che i quattro venti accorrano a soffiare e lievitare l'uno contro l'altro, e tremi la terra sotto le zampe delle vacche galattone fino a che pregiatissima panna spillerà dalle gravide mammelle.
Infine, siano condotti fari, torri e leggiadrissimi pinnacoli della cera più fine, costellati di fiaccole, fiammelle e torce sempiterne.
Poi chiamatemi, che vengo a spegnere le candeline.

5 commenti...:

Anonimo ha detto...

Soffia forte, aW, che sono sempre di più le candeline da spegnere!
Auguri!
:)
G.

Rossella Rasulo ha detto...

Tanti auguri Tsò, anche via blog.

Esageriamo!

Eliduin ha detto...

Auguri!!!
divertiti, delirante!!!

リチャ・Licia ha detto...

Davvero, ti ammiro per come e cosa scrivi.
Augurissimi! ^__^

aWilito ha detto...

grazie a tutti :)