La signora di sotto, quella col giardino, è pazza o semplicemente infelice.
Quando il marito era in vita, erano entrambi la gioia dell'egittologo: lei, braccia incrociate all'ombra del melo, sdraiata come la salma di Iside; lui, una mummia nel giardino, stessa andamento e stessa vocazione, a raccogliere foglie, stanare lumache e strappare erbacce.
Oggi il marito non c'è, e non c'è già da qualche anno. Lei era appassita come i fiori di miscanto dopo una settimana di siccità e non pareva più viva. Cioè, era più morta che prima, povera donna.
Ma adesso è tutto cambiato. Da qualche tempo, ha preso l'abitudine di venire con un drappello al seguito: il fratello, vice-mummia ufficiale, il figlio, addetto alle foglie caduche e la vicina di casa, devota matrona di mezz'età, di quelle signore nate già cinquantenni e con il mocio in mano.
Tutte vittime, complici o artefici, non lo sapremo mai.
In questo momento, mentre la meno vecchia idrata i pavimenti del salone, gli altri raccolgono foglie, stanano lumache e strappano erbacce. Di nuovo. Ma stavolta sotto la diretta dirigenza della vedova.
Tentano di accendere il monumento al tagliaerbe del dopoguerra, modello grass-o-matic 2000, per rasare e conciare i due metri quadri di erbetta secca e rada del giardino. Frastuono di tuono, puzza di nafta e la signora, meticolosissima ingegnera, che indica i punti più insidiosi, dove uno o due steli partigiani si rifiutano di piegarsi.
E a quel frastuono insopportabile, tra quei fumi fetenti, la signora di sotto ride.
E' la prima volta che la vedo ridere.
La signora di sotto, quella col giardino
08ago2008 Così parlò aWilito alle 12:07 Tags delirio, racconti
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti...:
Posta un commento