Io, Teopompo, istrione di Berenice, confido nella verità, che più d'ogni altra cosa bramo.
Proietto me stesso nel Mondo come il pescatore lancia la rete, perché dio, che sono io e ogni altro uomo, possa conoscerlo.
Siamo organi d'un qualche dio, noialtri, e niente più.
Occhi, orecchie e cuori, ecco cosa. Non siamo altro che miliardi di occhi, orecchie e cuori, che s'allungano verso un fine soltanto: esplorare e toccare la realtà.
Ed infine ricordarla.
La memoria di dio, che sono io e ogni altro uomo, è la somma dell'umana rimembranza. Ed io non voglio perdere neppure la più pulviscolare, trascurabile briciola, di quanto m'è dato avere ora e per sempre.
Perché anche io sono dio.
Apollodoro, Bis Mendax, XLV
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