Il tragico destino del Nano dalle grandi orecchie.

Questo nano di cui voglio parlare lo si riconosce per le orecchie, che sono grosse e sottili, vagamente pendule. Se tira vento, caracolla all'indietro. Se c'è il sole, gli si fa la condensa che cola, goccia dopo goccia, dai lobi. Una volta, che era venuto a piovere ed era senza ombrello, si rimboccò le orecchie sopra la testa e tirò dritto nonostante le intemperie. Ma non è di queste sciocchezze, che devo riferire. Questo nano era stato buono per tutta la vita, ecco ciò che conta. Non aveva mai fatto del male a nessuno, questo si che conta. Si faceva problemi pure a prendere gli antibiotici, perché aveva pena per quei poveri batteri che avranno diritto pure loro d'esistere, diobuono, e quindi mi tengo l'influenza e tantisalutialè. Come è noto, però, nessuno è infallibile, neppure un nano. E così, dopo due settimane di lavoro ininterrotto, per dimenticare la fatica e per ricordarsi i motivi per cui si vive, ieri notte si è ubriacato come si conviene. E con la macchina ha fatto un bel danno. Niente morti né feriti, per fortuna. Ma tanta, tanta amarezza. Poichè mi appartiene, perché io l'ho immaginato e desiderato, e visto che mi sento un po' responsabile anch'io ad averlo creato tanto sfortunato, nel mio piccolo, ho pensato di aiutarlo. Troppo buono e insipido per essere il personaggio d'un mio racconto, tuttavia è a mio insindacabile giudizio meritevole di compassione e amicizia, ecco perché intendo salvarlo. L'incidente stradale che ha provocato, infatti, ha prodotto parecchi danni: un lampione piegato, un muretto sbriciolato e la vetrina del fioraio completamente infranta. Il fioraio era dapprima furente, anzi no incazzato proprio, per la vetrina, ma una volta fatto chiamare il fabbro ebbe un impeto di gioia e la sua vita cambiò. Il ragazzo che avevano mandato dalla vetreria era, infatti, suo fratello, rapito dieci anni prima e di cui non s'era più avuta traccia. Eventi e coincidenze tra le più incredibili (amnesia compresa), che non posso dire qui perché questa storia non parla di loro, l'avevano riportato tra le braccia della famiglia. E così la personale tragedia di quel nano con le orecchie troppo grandi aveva permesso a qualcuno di essere infinitamente felice e riconoscente.

Un vero peccato che per la disperazione si fosse suicidato la sera stessa del fattaccio. A volte ho come l'impressione che i miei personaggi esistano e seguano destini già decisi da qualcun altro, che di certo non sono io.

1 commenti...:

Anonimo ha detto...

geniale..