Aeroporti, virtù e aria di casa

Dopo venti giorni lontano da questo paese, esattamente dall'altra parte del mondo e senza quasi alcun accesso alla Rete, rientro e quasi mi manca l'aria, tra sussurri massonici, sfregi mafiosi e la solita ingiustificata, ignorantissima intolleranza della nostra gente.
Eppure, le avvisaglie c'erano già, e qualcosa mi diceva che a queste latitudini e longitudini, le cose vanno in modo differente.
Aeroporto di Bangkok:
Grande, spazioso, luminoso, pieno di negozi. In venti minuti, e nonostante il traffico notevole, sbrigo le formalità burocratiche e mentre mi avvicino ai nastri - che già esibiscono i primi bagagli - noto con piacere i carrelli già posti lì davanti per la comodità dei turisti, tutti perfettamente allineati come falangi di Sparta. Dietro di essi, schiere di comode poltrone per ingannare terga e attesa.
C'è stato un piccolo disguido a causa di un violento acquazzone tropicale, il tizio dei bagagli (rapido, cortese e armato di walkie talkie collegato direttamente con la centrale operativa del Padreterno) sa già di cosa si tratta quando ci avviciniamo, ci rassicura e promette che in dieci minuti sarà tutto a posto.
Dopo nove virgola tre minuti i nostri bagagli arrivano, li carichiamo soddisfatti e ci avviamo all'uscita. Il tizio ci insegue e chiede se è tutto a posto, poi ci saluta e si accomiata pronto per nuove ed entusiasmanti avventure.
Aeroporto di Fiumicino:
Puzza, è triste ed è anche sporco, il che è sorprendente visto che siamo il primo volo ad arrivare la mattina. Niente carrelli, perché da noi sono a pagamento (caso unico al mondo, temo); quindi ci avviciniamo ai nastri, che però restano fermi per mezz'ora. Poi, tra cigolii sinistri si muovono e sputano fuori due valigie (a una manca la maniglia, si lagna il proprietario) e un beauty malconcio. Poi si fermano. Panico della gente; iniziano le lamentele al customer care nella veste di un quarantenne dall'aria divertita che sghignazza spudoratamente dietro ai computer con Campo Minato®, il nuovo gestionale di ADR. Ancora un'altra generosa mezz'ora di attesa e finalmente arrivano pure le nostre, di valigie. Guardinghi e rassegnati ci appropinquiamo all'uscita, mentre un doganiere implacabile finisce letteralmente di sventrare la valigia di una signora davanti a tutti.
Se con la coda dell'occhio le ho visto tampax e mutande, qualcosa mi dice che in questo paese alcune privacy sono più tutelate di altre.

2 commenti...:

Giulia ha detto...

...quindi maltornato. Ti stai già preparando per il prossimo viaggio? :)

aWilito ha detto...

Ovvio! Sto già pensando alla settimana bianca a gennaio :D
(Ps speriamo che la dolce metà nn legga questo commento) :D

aW