Il personaggio precario

Poiché oggi non mi viene niente da scrivere, lascerò che a parlare sia uno dei miei personaggi, tale Vincenzo Scognamiglio. S'autogestisse, facesse quello che vuole, io gli presto solo le dita; il resto, se la vedesse da sé.

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Posso?
Certo che puoi, datti una mossa, perché ho sonno.
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Mi scusi, sa l'emozzione...
Si, però dì qualcosa, se no si fa notte. Non è che i lettori vengono a leggere i puntini di sospensione. E poi sono distrutto, voglio solo infilarmi sotto le pezze, che fa pure freddo.
Mi chiamo Vincenzo Scognamiglio e di mestiere sono un personaggio precario.
Scusa, non ti seguo. Come fai a essere precario se non esisti?
Innanzitutto scusi se insisto, eh, ma esisto eccome, anche se a 'na maniera diversa dalla sua. E comungue sono precario nel senzo che oggi presto servizio qua, che sono mili-tan-te, ma domani ho già un altro impegnio. Quindi facimm'ampressa.
Che razza di storia... E quindi? Domani che ruolo dovresti fare?
Domani sono di ruolo ai gabbinetti, con decenza parlando. Facci'o sirial killèr pe' nu scurnacchiato che sta scrivendo nu romanzo di orror ambientato a Niviork, nei cessi della metropolitana. Io sono chill'che fa ammuìn e sangue.
Si, vabbè, ma oggi per me che personaggio fai?
Come che personaggio faccio per lei? Sò Vincenzo Scognamiglio, personaggio mestierante tuttavia nella disaggevole condizione precariatale.
Non mi sembra granché come personaggio, e oltretutto abbiamo sforato il tempo che mi ero dato a disposizione, quindi o ti autoconcludi oppure ti lascio appeso così.
Ma chist' sta pazziann'. Ma che me ne fott'ammè. I' teng'i creature, tengo da lavorare, mica sono venuto a perdere tempo, qua. E' lei che mi ha chiamato, e mo la prestazione se l'è presa. Anzi, dottò. Sarebbero cinquanta euro. Ma per sessanta, posso fare pure l'imitazione di un politico, scelga lei quale. Però mo no che è tardi, se ne parla dopodomani. Mi faccia sapere, eh?
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