Sul lago d'Orta

Gagliardi lastricati che si tuffano nel lago, ecco cosa vedo dallo stretto balcone di quel palazzo, lastricati fatti della pietra su cui cammina la storia. In lontananza sento qualcuno ripetere Lamberto, Lamberto, Lamberto... ma fa troppo freddo per restare fuori e capirne di più.
Mentre qualche prudente raggio di luce filtra dalle finestre, mi godo il bello per il bello, tra stucchi pomposi, quadri pieni di austeri sconosciuti e un pianoforte ancora incredibilmente accordato, in un luogo dove il più insignificante dei granelli di polvere ha almeno cent'anni dietro di sè.
La realtà, d'improvviso, si scompone nei suoi elementi fondamentali e indivisibili, tutti fortemente uniti assieme e tuttavia tutti stranamente staccati tra loro, e anche io faccio parte di quella mescia.
E' una sorpresa scoprire che a volte ci troviamo a ripetere Lamberto, Lamberto anche noi, ed è ancora più sorprendente come la realtà sia in verità costituita di cose che normalmente non c'entrrebbero nulla tra loro, mai.
E' stato costruito un grande monumento al passato, in questo giorno, ed è stata fatta una promessa al futuro, più grande di noi tutti che eravamo lì. Ma anche queste due cose, purtroppo, sono spaventosamente slegate tra loro.
Ma chi ama, se ama sul serio, non stringe l'abbraccio. Piuttosto, lo allenta e lascia andare.
E allora è davvero il caso che smetta di ripeterlo, 'sto Lamberto, Lamberto, Lamberto.

Orta San Giulio, 23  novembre 2008

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