L'uomo con la ciclette sulle spalle

Ieri notte, verso le due, sulla strada che scende dal cimitero di Mentana, ci stava un uomo strano che camminava accigliato sul ciglio della strada e si portava sulle spalle una vecchia ciclette di quelle che le zie corpulente, ingollando bignè, straziano guardando le telenovelas pigiando delicatamente con babbucce pelosissime e rosa.
Almeno la mia, di zia corpulenta, fa così. Ora, subito mi sono chiesto che ci facesse un tipo del genere, con un simile, improbabile fardello e tanto tardi la notte, per di più vicino a un cimitero.
Ho almanaccato un po', per poi giungere alla ovvia conclusione.
Il tizio era il figlio d'un noto ciclista italiano caduto in disgrazia che voleva esercitarsi per riguadagnare i consensi della gente e dello sport. Ma poiché, in seguito allo shock dovuto all'apertura d'un panettone, era diventato gravemente agorafobico, non poteva esercitarsi all'aperto. Così, il suo pelatissimo e diligentissimo figlio, aveva pensato di fargli dono d'una ciclette con cui poter quanto meno pestare qualche pedale, in attesa della guarigione, vaticinata con trepidazione per le prossime Olimpiadi.
Verosimile, certo, ma ciò non spiega l'orario e qualche altro particolare.
Il fatto è che il figlio del ciclista non possedeva una macchina sua perché, a causa dell'indole d'oro, aveva prestato l'unica vettura in suo possesso - una fiat scassona color cachi - al cugino, il quale doveva recarsi a Lourdes per non si sa quali peccati e invece s'era messo a fare il pellegrino in Romania dove, tra gozzovigli alcolici e crapulonerie poppute, aveva sfasciato pure quel catorcio. Così, l'uomo era partito all'alba per comprare la ciclette, completamente a piedi, e probabilmente stava facendo ancora ritorno, quando l'ho incrociato.
Così il mistero dell'uomo notturno con la ciclette sembrerebbe ragionato a sufficienza, seppure il finale della sua storia si perda tra l'inconoscibilità propria del caso e la volontà di non immaginare altro, perché anche i figli dei ciclisti caduti in disgrazia hanno diritto alla privacy.
La domanda però è un'altra, e nessuno se l'è posta, scommetto.
Che ci facevo "io" alle due di notte, sulla strada che scende dal cimitero di Mentana?
Questa storia, che è la mia e la conosco bene, non ho voglia di raccontarla.
Arrangiatevi.

2 commenti...:

Anonimo ha detto...

Ma tu sei un genio! =:C)

Anonimo ha detto...

Eh eh eh! Lo so io cosa ci facevi tu alle due di notte sulla strada che scende dal cimitero di Mentana!
:P
Buone feste, passate e future, aWilito...
G.