Il segreto di Wilhelm Backhaus

Sua madre, con gli occhi bagnati di speranza, gli disse, tuo padre ha lavorato moltissimo, per comprarti questo pianoforte. Ora fanne buon  uso, e sparì nel buio della cucina.
Intanto suo padre, il viso rugoso e coperto d'una peluria ispida, brizzolata, gli confessò il più grande dei segreti. Disse, questo pianoforte è capace di di esaudire un desiderio, proprio così, un desiderio. Solo che è molto difficile, aggiunse aggrottato, quasi non fosse una cosa da dire ad un ragazzino.
Wilhelm, ovviamente, pretendette di esserne messo a parte.
Gli si avvicinò ancora di più e sussurrò, è sufficiente trovare la combinazione giusta di note, da eseguire nell'esatto tempo d'esecuzione. Una volta suonata la sequenza corretta, il tuo desiderio s'avvera. E cos'è che vuoi più di tutto, Wilhelm?
Che meraviglia quei giochi di bambini in cui un'intera avventura comincia sempre con facciamo che io ero.
Wilhelm rispose che non desiderava altro che diventare il più grande esecutore di tutti di tempi.
Così, iniziò a strimpellarlo per tutto il giorno, nel tentativo di scovare la combinazione di tasti ch'avrebbe fatto la sua fortuna. Ma era più complicato di quanto avesse inizialmente paventato.
Iniziò a prendere lezioni (suo padre dovette impegnare le fedi nuziali, per pagare l'insegnante) perché  aveva deciso che variazioni casuali di note gli erano troppo indifferenti. Studiò con irosa ostinazione prima, curiosità dopo, passione infine.
Riuscì ad essere ammesso al conservatorio, sotto l'egida di Alois Rockenford ed adorò a tal punto la musica che studiò contemporaneamente anche a Francoforte, per inseguire la sequenza, ripeteva.
A soli sedici anni la grande occasione, fu chiamato a sostituire Alexander Siloti e partì nuovamente, questa volta per un tour che portò il suo nome, e la propria bravura, per tutta l'Inghilterra.
Molti altri viaggi seguirono ed ancora più consensi. Nel caparbio tentativo di cercare una formula magica, aveva piuttosto trovato la propria strada.
Wilhelm Backhaus morì nel 1969.

6 commenti...:

Anonimo ha detto...

... e ha trovato la giusta sequenza? (Volevi che qualcuno te lo chiedesse...) O era il fatto stsso di continuare a provarci il desidrio che si esaudiva poco per volta?

aWilito ha detto...

io credo che non tanto l'una cosa o l'altra,quanto piuttosto entrambe, siano la risposta. Molti vedono il mondo come una concatenazione di cause ed effetti, dove ogni effetto, nel momento in cui nasce, è anche una causa.
Io, invece, percepisco che il mondo non sempre è spiegabile in termini tanto spicci. Ed è difficile tradurre questa sensazione in una spiegazione razionale, essendo tutt'altro che razionale (sarò pazzo?).
I miei racconti spesso sembrano rimanere inconclusi e invece ti posso assicurare che sono dei cerchi perfetti ;)
Sei gentile a venirmi a trovare con tanta assiduità.
Ho scoperto che nel mio infinito (e vuoto) teatro personale, ora abbiamo un piccolo bar, vicino al guardaroba che ancora non c'è. Abbiamo solo chinotto e patatine, e devo servirtele io, perché non ho un barman... Ma meglio che niente, ti pare? ;)

Anonimo ha detto...

Qual è il prossimo spettacolo? Posso venire? Mi piace il teatro...

aWilito ha detto...

Spiacente.
L'unica cosa su cui non si transige qui è l'assoluto divieto di divulgare informazioni su ciò che andrà sul palco. Niente indiscrezioni, né programmazioni.
E comunque, nella maggior parte dei casi, non lo so neppure io ;)
L'unico modo è tornare tutti i giorni. Io, almeno, faccio così.
Buona vita a tutti quelli che leggono queste parole, io esco. addimani :)

Anonimo ha detto...

Se mi assumi, mi potrei occupare io del bar...

aWilito ha detto...

Si,ma per ora è tutto oro alla patria: si lavora per la gloria. Se interessa, c'è posto :P